Auguri a chi ne ha bisogno più di tutti

Il fondo del 2 gennaio 2022 del direttore della Gazzetta di Mantova

Accorciamo le quarantene, non potendo abbreviare la quaresima infinita dovuta alla pandemia. Cerchiamo negli auguri e nelle scaramanzie una ricarica di speranza e di ottimismo, come potessimo trovare l’antidoto che la scienza non ha trovato, pur avendoci fornito un’arma straordinaria come il vaccino per proteggerci, almeno in parte.

«La parte propria» ci ha chiesto di fare ciascuno il presidente Mattarella nel suo ultimo messaggio ad antipasti già in tavola: scambiarsi buoni auspici è il gesto minimo e ineludibile per rispondergli, come applaudire unanimi le parole giunte dal Quirinale con le palme sullo sfondo.

E puntuale la politica lo ha fatto, stappando riconoscenza con un retrogusto di commozione, unica silente eccezione Berlusconi a cui almeno il passaggio del discorso su come un capo dello Stato deve spogliarsi delle precedenti appartenenze non sarà andato del tutto a genio, ma pazienza…

Poi da oggi, già da ieri, digerito il cenone ognuno tornerà a deglutire il suo presente e chi si è visto si è visto, come tutti i presidenti e persino i papi che qualcosa hanno provato o provano a dire. Succederà, c’è da temerlo, soprattutto per la parte in cui Mattarella ha fatto riferimento ai giovani, chiedendo loro di non fermarsi, di non arrendersi, di andarsi a prendere il loro futuro. Perché molti la tradurranno come un segnale di fiducia o di speranza, cancellando il non detto, la ragione per cui la prima carica del Paese si sente in dovere di rivolgersi ai ragazzi di oggi: cioè che i ragazzi di ieri, noi, hanno scaricato su di loro il peso più tremendo di questa crisi, che non è dover rinunciare a un veglione in discoteca ma il vedersi sempre preceduti di fatto da altro, da altri, nelle preoccupazioni, nelle strategie, nelle scelte.

Ha ragione Mattarella: «Non siate indifferenti, non abbiate paura di rischiare per non sbagliare». Noi lo abbiamo fatto, troppo spesso, e continuiamo a sbagliare. Auguri, ragazzi: a voi tantissimi.