Mantova, l’università di Roma partecipa alla bonifica di laghi e polo chimico

La Sapienza redigerà il documento preliminare per gli interventi da 3 milioni in aree per le quali ancora non è stato individuato il responsabile dell’inquinamento 

MANTOVA. Sarà l’università La Sapienza di Roma a redigere il documento preliminare che porterà a progettare gli interventi di bonifica veri e propri per tre milioni di euro relativi alle aree dei laghi interne al Sin (il sito di interesse nazionale). Sono quelle zone per le quali non è stato ancora individuato il responsabile dell’inquinamento (per fare qualche esempio, parte della Vallazza e altre aree del lago di Mezzo e del lago Inferiore, esclusa la darsena della Ies).

A Mantova l’ateneo romano scenderà in campo con il proprio “Centro ricerche previsione, prevenzione e controllo dei rischi geologici”. Sua, infatti, l’offerta che il Comune ha ritenuto la migliore per redigere il documento preliminare per la progettazione dei successivi interventi di bonifica e per fornire il supporto tecnico, scientifico e amministrativo nelle fasi successive della progettazione dei lavori. Per la quale sono previsti altri 294.25 euro da spendere l’anno prossimo. Al Comune il primo incarico costerà 121.500 euro, con un risparmio di 16.470 euro sulla base d’asta, che saranno comunque a disposizione nello stesso capitolo di spesa.

Questi primi soldi da spendere per le progettazioni fanno parte del milione 102mila euro che il Comune ha ricevuto dalla Regione come prima tranche dei 4 milioni 707mila euro concordati con il ministero della transizione ecologica per risanare i laghi (a loro volta quei 4 milioni sono parte dei 18,19 milioni previsti per tutti gli enti mantovani per bonificare il sin).

La necessità dello studio preliminare che dovrà redigere l’università di Roma nasce dal fatto che la caratterizzazione di quelle aree di elevato pregio ambientale (vi sono ricomprese una riserva naturale come la Vallazza e delle zone di protezione speciale) è ormai datata. Risale al 2008, quando l’Ispra con l’Arpa Lombardia studiò la zona, la analizzò dal punto di vista degli inquinanti e nel 2010 ne pubblicò i risultati tracciando le linee da seguire per il suo ripristino ambientale. Visto il tempo trascorso il Comune ha ritenuto opportuno predisporre un aggiornamento di quel documento per definire le attuali migliori tecnologie di bonifica da applicare a quelle aree e per identificare nel dettaglio gli interventi da realizzare. Interventi che si presentano complessi, tanto da richiedere il coinvolgimento di soggetti qualificati.Sa.Mor.