Puntura e diploma di merito: ecco i remigini del vaccino anti-Covid a Mantova

Nel primo giorno di vaccinazione della fascia 5-11 anni somministrate 110 dosi. I medico: «Alcuni bimbi sono venuti perché vogliono imitare i fratelli più grandi»

MANTOVA. Buona risposta da parte delle famiglie nel primo giorno di somministrazione del vaccino anti Covi per i bambini dai 5 agli 11 anni. A Mantova e Asola i bimbi vaccinati sono stati 110. All’hub di Via dei Toscani il personale medico ed infermieristico ha accolto con grande disponibilità molti bambini, accompagnati da mamma e papà. «Ho sentito solo una punturina», rassicura un bimbo mentre si reca nella sala destinata all’osservazione post vaccino. Nessun ritardo e pochi minuti di attesa per entrare in ambulatorio. Una volta effettuata l’iniezione i bambini ricevono un premio: un diploma da condividere con i proprio compagni di classe.

Tra i genitori si respira un’atmosfera serena, nonostante qualche timore come ogni nuova situazione. «A volte sono proprio i bambini a dirci di aver insistito a casa nel volersi vaccinare – spiega Rino Rosignoli, uno dei medici volontari, pediatra di famiglia per più di trent’anni – per emulare il fratello maggiore già vaccinato, quindi arrivano da noi sereni. L’unico momento un po’ critico si avverte solamente quando il bambino deve affrontare la siringa, per il resto, invece, sono tranquilli». Tra i piccoli anche una bimba fragile, accompagnata dalla mamma.

«Abbiamo somministrato il vaccino anche a una giovane con un problema di immunodeficienza ma era molto motivata nel venire qui; in ogni caso confidiamo che nei prossimi giorni ci sia un afflusso ancora maggiore di bambini». «Abbiamo deciso di fare la vaccinazione a nostro figlio perché in famiglia siamo tutti vaccinati – racconta una mamma – e se vogliamo aiutarci penso che sia importante vaccinare i più piccoli». Il figlio di 7 anni, in attesa di vaccinazione, frequenta una scuola primaria del centro città. «Abbiamo l’impressione che non si riescano più a fare i tracciamenti e abbiamo valutato di fare subito il vaccino; ci siamo informati dal nostro medico di famiglia e abbiamo deciso di proteggere nostro figlio». In classe, tra genitori, l’argomento vaccini resta tabù. «Non ne abbiamo parlato, ho l’impressione che ci sia molta reticenza tra i genitori; capisco i timori però la strada è questa e io, da genitore responsabile, voglio proteggere mio figlio. Non è un discorso scontato, molti aspettano di vedere cosa succede ma nel mentre il virus circola».