Covid Europa, spariscono le zone verdi: le nuove regole per viaggiare
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Non c’è più nessuna regione in verde in Europa, nella nuova mappa del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Il virus sta iniziando a circolare sempre più velocemente e anche in Italia il maggior numero delle regioni è in giallo. Ci sono zone come, la Provincia di Bolzano e il Friuli Venezia Giulia, che sono in rosso scuro e Provincia di Trento, Veneto, Emilia-Romagna, Val d’Aosta, Liguria, Marche e Lazio sono in rosso.
Nel resto d’Europa la situazione è abbastanza simile e l’incidenza più alta dei contagi rispetto alla popolazione, si registra nell’Europa centro orientale, nei paesi del Benelux, in quelli baltici e in Irlanda: tutti in rosso scuro. Spagna, Francia, Svezia e Portogallo sono invece prevalentemente in rosso.
Come vengono stabiliti questi colori?
Le mappe dell’Ecdc restano, ma cambiano i criteri per definire i colori, ovvero si combinano i nuovi casi col numero di vaccini somministrati ed i test eseguiti. L’utilizzo delle mappe sarà principalmente a scopo informativo ma servirà anche a coordinare le misure per le aree con un livello di circolazione del virus particolarmente basso (verde) o particolarmente alto (rosso scuro). Per questi settori si applicherebbero norme specifiche in deroga all’approccio basato sulle persone.
Le regole per viaggiare
Per i viaggiatori provenienti da aree verdi non dovrebbero essere applicate restrizioni. Dovrebbero essere invece scoraggiati i viaggi da e per le zone rosso scuro, dato l’alto numero di nuovi contagi presenti, e le persone che non sono state vaccinate o guarite dal virus dovrebbero essere obbligate a sottoporsi ad un test prima della partenza e alla quarantena dopo l’arrivo. Per evitare approcci divergenti – ha spiegato Reynders, il commissario europeo della Giustizia – «la Commissione propone un periodo standard di accettazione di 9 mesi per i certificati di vaccinazione rilasciati dopo il completamento della serie di vaccinazioni primarie. Il periodo di 9 mesi tiene conto della guida dell’Ecdc sulla somministrazione di dosi di richiamo a partire da 6 mesi e prevede un periodo aggiuntivo di 3 mesi per garantire che le campagne di vaccinazione nazionali possano adeguarsi e i cittadini possono accedere ai booster».
Questo significa che, nel contesto dei viaggi, gli Stati membri non dovrebbero rifiutare un certificato di vaccinazione rilasciato da meno di 9 mesi dalla somministrazione dell’ultima dose della vaccinazione primaria. Gli Stati membri dovrebbero adottare immediatamente tutte le misure necessarie per garantire l’accesso alla vaccinazione per quei gruppi di popolazione i cui certificati di vaccinazione precedentemente rilasciati si avvicinano al limite di 9 mesi.
Inoltre, dal…
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