Ritorno in Europa: il Mantegna di Mantova rilancia gli scambi culturali con le scuole

La ripartenza dell’istituto tecnico punta sulle relazioni internazionali. Il preside: esperienze che aumentano il bagaglio culturale dei giovani

MANTOVA. Un sanificatore elettronico in ogni aula in grado di eliminare o quantomeno ridurre fortemente le eventuali presenze sgradite, quali il Coronavirus. È quanto ha escogitato l’istituto tecnico Mantegna per aumentare la sicurezza di studenti e personale in questo periodo strano, in cui la pandemia non è certo ai livelli dello scorso anno ma non può dirsi, purtroppo, nemmeno esaurita. Ma la scuola guidata da Alessandro Cau non ha vissuto il ritorno alla normalità, con le lezioni al 100% in presenza, all’insegna dell’emergenza e dell’ansia. Qui, la ripartenza, punta soprattutto (ma non solo) sull’intensificazione dei progetti che portano studentesse e studenti all’estero: in Europa.

Orizzonti aperti

«È una delle nostre peculiarità, l’adesione a progetti internazionali di scambio e di formazione – spiega il dirigente nel suo ufficio nella sede centrale di via Guerrieri Gonzaga (con il prossimo anno scolastico dovrebbe avvenire l’inaugurazione della sede nuova di zecca in costruzione nell’ex ceramica, ndr.) – ovviamente abbiamo dovuto interromperli nella fase più dura dell’emergenza, quindi per oltre un anno. Ma ora abbiamo ripreso con il progetto Erasmus che prevede più iniziative, sia per i ragazzi sia per i docenti, in vari Paese. Oltre all’aspetto didattico e linguistico, queste esperienze sono importanti perché consentono ai giovani di cogliere la complessità del mondo in cui viviamo. Vengono a contatto con coetanei che vivono in altri paesi europei, con altre culture e modi di pensare».

E tornano a Mantova con un bagaglio di conoscenze molto più ampio di quanto non dicano le schede di presentazione dei progetti. Non va poi trascurato il fatto che, dopo un lungo periodo in cui spesso era impossibile uscire di casa o dal territorio del proprio comune, poter tornare a viaggiare al di fuori dei confini nazionali rappresenta una ventata di aria fresca per questi adolescenti. Lo confermano le docenti che fanno parte dello staff della scuola, le professoresse Cinzia Silocchi, Adele Binotti e Paola Menegazzo, che assieme a Cau ci accompagnano nei corridoi e nelle aule affrescate della sede.

I ragazzi

Il preside convoca anche alcuni studenti che partecipano ai progetti speciali. Ad esempio Melissa Cibolani e Noemi Arisi, pronte a partire nei prossimi mesi per destinazioni europee nell’ambito dell’Erasmus. Assieme ad un’altra ventina di loro compagne e compagni di scuola (e 4 insegnanti) si distribuiranno in istituti scolastici di Germania, Lettonia e Grecia. «Il rientro a scuola dopo il lungo periodo dell’emergenza non è stato facile – ci raccontano – ci eravamo ormai tutte abituate ai tempi e le modalità della didattica a distanza. Seguire le lezioni su uno schermo da casa per un periodo così lungo non è la stessa cosa di venire a scuola». Anche Denis…