Spostamento del nuovo ponte Finestra utile fra due settimane

Francesco Romani

/ san benedetto po

Serviranno almeno due settimane di calo dell’acqua del Po, per aprire una “finestra utile” a traslare la campata da 2,800 tonnellate, oggi “parcheggiata” sulla sponda sambenedettina. La manovra ripartirà dopo che un primo tentativo ha dovuto fermarsi per le cattive condizioni meteo e del fiume, cresciuto un metro e mezzo. Proprio la discesa dei livelli, costantemente monitorata e aiutata dal meteo clemente, potrebbe aprire una “finestra” temporale utile (la valutazione sarà fatta sotto data) per portare l’arco alto 35 metri e lungo 180, in acciaio Corten, dal piazzale della cava Rondelli agli appoggi in alveo, costituiti dalle traverse (pulvini) sui piloni già costruiti in acqua.

L’operazione fa parte del complesso progetto di riqualificazione del ponte danneggiato dal sisma del 2012 e da allora transitabile solo dal traffico leggero. Progetto dal costo di circa 50 milioni, appaltato dalla Provincia di Mantova con il contributo economico determinante della Regione e che è stato appaltato alla Toto spa, un colosso delle costruzioni.

La Toto ha costruito le due enormi campate autoportanti sulle sponde opposte del fiume. L’operazione è poi passata a specialisti delle movimentazioni, la Fagioli spa di Sant’Ilario d’Enza nel Reggiano, per trasferire le due arcate al centro del fiume, appoggiandole sui pilastri.

Il fiume Po è certamente un osso duro, difficile da domare con le su bizzarrie. Ma la Fagioli spa, fra i leader mondiali dei trasporti eccezionali ha mezzi, tecnologia, competenze largamente sufficienti a superare i problemi che sono emersi. Uno dei principali è far fronte al regime incostante dell’acqua che, sommato al basso fondale, rende complessa la manovra di traslazione e quindi di appoggio sui pulvini in alveo. Se il più grande pontone mai utilizzato in Po (91 metri per 27 con 6 metri di pescaggio) è sufficiente a garantire il trasporto delle 2.800 tonnellate in galleggiamento orizzontale, le manovre di abbassamento e di innalzamento sono state sinora ottenute riempiendo e svuotando la stiva del pontone e manovrando il maxi carrello posto sul pontone. Da domani le maestranze saranno di nuovo in cantiere per aumentare l’agio modificando le torri del carrello in modo che anche loro possano collaborare agli spostamenti verticali. Una decisione, che come le precedenti, sarà tarata sulla massima sicurezza per maestranze ed arcata. Scelte che, viste dall’esterno, possono sembrare di eccessivo scrupolo. Ma che, grazie alla profonda esperienza, mirano ad evitare di trovarsi in un punto di non ritorno. Un esempio? Il dragaggio del fondale eseguito con una benna anziché la draga. Criticato per la lentezza, oggi è emerso che è stato condotto mirando a non danneggiare le pile del ponte attuale, infisse in modo precario nel letto…