«L’apocalisse climatica è ormai vicina. Sarà dura ma possiamo farcela»-
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Il primo ministro britannico Boris Johnson apre la conferenza con parole drammatiche. Ma il naturalista Attenborough: «Vedo la rinascita»
DAL NOSTRO INVIATO GLASGOW È come un film di James Bond: solo che purtroppo non siamo al cinema. All’apertura della Cop26, Boris Johnson ha paragonato l’emergenza climatica all’«ordigno dell’apocalisse» che 007 deve disinnescare: e ha fatto appello ai leader convenuti a Glasgow perché «disattivino la bomba del cambiamento climatico». «La tragedia — ha detto il premier britannico — è che questo non è un film e l’ordigno dell’apocalisse è reale. L’orologio sta ticchettando al ritmo furioso di centinaia di miliardi di pistoni e fornaci e motori con i quali pompiamo carbonio nell’aria sempre più velocemente». Con la crescita attuale del riscaldamento globale, ha ammonito Johnson, intere città come Miami, Shanghai o Alessandria «andranno perse sotto le onde». In caso di fallimento, le generazioni future non ci perdoneranno: «I bambini che ci giudicheranno non sono ancora nati — ha continuato il premier —. E ci giudicheranno con un’amarezza e un risentimento che eclisserà quello di qualsiasi attivista di oggi.E avranno ragione». Ma non tutto è perduto, secondo Boris, un accordo per limitare le emissioni è ancora possibile: «Sì, sarà dura, ma possiamo farcela».
D’altra parte, il premier britannico non poteva darsi per vinto prima ancora di cominciare: certo, questa Cop parte in salita, ma Johnson ci sta scommettendo sopra buona parte della sua credibilità internazionale. E dunque alla fine bisognerà dire di aver ottenuto in qualche modo qualcosa. Ma le note più drammatiche del pomeriggio di apertura sono arrivate dal segretario dell’Onu, Antonio Guterres: «Ci stiamo scavando la fossa da soli», ha scandito dal palco. E un fallimento a Glasgow sarebbe «una condanna a morte» per milioni di persone. E così il principe Carlo ha ammonito che dobbiamo «metterci sul piede di guerra»: paragonando l’emergenza ambientale al Covid, ha sostenuto che «il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità non sono differenti: anzi, rappresentano una minaccia esistenziale ancora più grande».
L’intervento che ha toccato maggiormente le corde emotive è stato però forse quello di David Attenborough: le sue parole sono state accompagnate da video e musica, per sottolineare le conseguenze nel mondo dell’innalzamento delle temperature. Il naturalista ha ammonito che la vita sulla Terra è stata resa possibile da temperature stabili: ma ora questo equilibrio è messo a rischio dall’attività umana. Eppure sir David, che ha 95 anni, ha concluso su una nota di ottimismo: «Nella mia vita ho assistito a un terribile declino: nella vostra, potreste e dovreste assistere a un meraviglioso recupero».
Chi ha dovuto recuperare in fretta è stato il presidente americano Joe Biden: che durante i discorsi inaugurali è sembrato addormentarsi per un buon mezzo minuto, finché un assistente non gli ha provvidamente sussurrato qualcosa all’orecchio. Riavutosi, Biden ha ricordato che «gli occhi della storia» saranno fissi sui leader…
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