Installazione choc a Mantova per comprendere le donne-schiave
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Messa in scena della compagnia FavolaFolle di Milano: il progetto propone un viaggio sensoriale sul tema della tratta e dello sfruttamento sessuale
MANTOVA. Lo scorso fine settimana la sala delle Capriate in piazza Alberti è diventata il palco dell’installazione teatrale “NoBody”, messa in scena dalla compagnia FavolaFolle di Milano. Il progetto, partito nel 2018 e che ha già fatto tappa in diverse città della Lombardia, propone un viaggio sensoriale sul tema della tratta e dello sfruttamento sessuale, invitando il pubblico a prendere coscienza degli aspetti più profondi del fenomeno.
«Tutto è nato dal lavoro della nostra compagnia teatrale e dell’associazione Lule onlus di Abbiategrasso – spiega Oriana Scialino, organizzatrice –. Lule fa parte del progetto “Mettiamo le Ali” (di cui anche il comune di Mantova è partner), come capofila di altri nove enti del territorio lombardo che lavorano per aiutare le ragazze che vogliono uscire dallo sfruttamento sessuale. L’installazione – continua – è un viaggio delineato in cinque stanze, dove si incontrano cinque attrici. Loro mostrano ai visitatori la tematica nella maniera più interattiva possibile, attraverso dialoghi e gesti, per raccontare gli aspetti più empatici dell’argomento».
La sala è allestita in modo da rievocare garage o stanze in cui le vittime di sfruttamento lavorano o vivono, le luci sono soffuse e i monologhi delle attrici raccontano storie verosimili, il tutto per far sentire lo spettatore il più possibile vicino alla realtà dei fatti.
«Il progetto, finanziato dal Dipartimento delle Pari opportunità, è stato commissionato da Lule onlus, nostro partner – racconta Carlo Compare, regista –. Nel bando era chiesto di sviluppare un piano di comunicazione. Il tema era già stato dato: Lule si occupa di tratta, e in particolare voleva mettere l’accento sul tema dello sfruttamento sessuale. Poi è nato il tutto». L’installazione è stata per scelta vietata ai minori di 14 anni. «È un progetto su cui noi puntiamo anche nelle scuole – conclude Scialino – ma per eventi come questi aperti al pubblico abbiamo deciso di vietare l’ingresso ai giovanissimi, in quanto pensiamo che sia giusto avere una preparazione sulla tematica».
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