Ritorno alla cartiera di Mantova: «Qui c’è il futuro e gli operai Burgo l’avevano capito»

In Pro-Gest arriva Carrega, coordinatore nazionale Slc Cgil. La visita allo stabilimento rinato: il settore crescerà ancora

MANTOVA. «Era l’ultima settimana prima della chiusura e le Rsu convinsero l’azienda a provare a produrre quello che in gergo si chiama container borad, lo mandarono in prova a diversi imprenditori del settore tra cui Zago che la trovò ottima. E da lì, da quella prova di cartoncino, partì la trattativa».

L’ultima volta di Gianluca Carrega, coordinatore nazionale della Slc Cgil, in viale di Poggio Reale risale a quegli anni di «lotta importante», di lavoratori «legati con orgoglio a una professione che richiede una lunga preparazione», di tavoli nazionali per ottenere un accordo sulla cassa integrazione per cessata attività, di operai «che avevano visto lungo» e a cui la storia ha poi dato ragione. L’occasione per tornarci è l’assemblea dei lavoratori Pro-Gest chiamati a votare il rinnovo del contratto nazionale collettivo chiuso il 28 luglio «per un settore – ci spiega – che ha punte di assoluta eccellenza come questa di Mantova ma anche altri tipi di produzione che faticano».

Ma è anche l’occasione per riabbracciare, non senza un po’ di commozione, tanti ex Burgo ritrovati  nella fabbrica sospesa e per una visita al nuovo stabilimento entrato ormai nel vivo della produzione. Accolto dall’ad Francesco Zago, accompagnato dalla segretaria della Slc di Mantova Alessandra Grossi, dalle Rsu Stefano Viviani e Giovanni Carra e dal direttore di stabilimento Nicola Bianchi, il tour di Carrega nel Nervi non tralascia neppure un passaggio della lavorazione: dalla zona pulper ai macchinari per raffinare l’impasto, dalla macchina continua che sforna bobine una dietro l’altra alla sala controllo fino al laboratorio per il controllo di qualità. «È stato un percorso lungo per arrivare sino a qui – ci dice all’uscita – un percorso partito dalla lungimiranza dei rappresentanti sindacali dello stabilimento Burgo che avevano capito che il futuro era in questo tipo di produzione dimostrando che la produzione di carta da giornale avrebbe potuto essere convertita: era una delle scommesse di allora per il settore ed era quella vincente. La stessa Burgo ha poi riconvertito gli stabilimenti di Avezzano e Verzuolo». Un mercato, quello della carta e dei cartoncini da packaging «che vedrà crescere il suo sviluppo anche nei prossimi anni – spiega – perché ormai il passaggio dalla plastica alla carta è irreversibile, anche colossi come Mc Donald’s hanno abolito l’uso della plastica già un anno fa». Insomma «questa è una produzione che rimarrà a lungo ed è un settore che avrà un futuro roseo, basti pensare allo sviluppo dell’e-commerce. E poi la cartiera di Mantova è inserita in un gruppo che è anche trasformatore come dimostra l’investimento già in atto per lo stabilimento integrato per scatole di cartone di Castelbelforte….