Contestato a Mantova, Pillon ribadisce il suo no al ddl Zan: «Si vuole rifondare

«Sono previste pene detentive più aspre: preparatevi a portarmi le arance». Il senatore leghista accolto dalla protesta inscenata da “Non una di meno”

MANTOVA «Siamo il grido altissimo e feroce contro Pillon e la sua voce». «Dinosauri, meritate l’estinzione». «L’odio non è un’opinione». Gli ombrelli arcobaleno e gli slogan cantati a squarciagola dalle attiviste di “Non una di meno”, hanno accolto, la sera del 17 settembre in piazza Alberti, il senatore leghista Simone Pillon, tra gli animatori dei “Family day”, invitato dal circolo culturale Giovannino Guareschi a un incontro sul Ddl Zan.

«Il nostro obiettivo è sensibilizzare le persone sul perché diciamo “no” al decreto. E se chi ci contesta volesse venire a parlare con noi sarebbe ben accolto» ha detto in apertura il presidente del circolo, Romano Bondavalli, organizzatore dell’evento con la consigliera regionale Alessandra Cappellari.

«Avevamo invitato anche Alessandro Zan, ma ha ritenuto opportuno non esserci – ha proseguito – Noi riteniamo che non si possa essere discriminati per il proprio orientamento sessuale e credo che nessuno in questa sala lo pensi. Il problema sapete qual è? Che buona parte dei mass media racconta che chi è contrario al decreto è favorevole a forme di discriminazione. Non è così: siamo contrari perché crediamo sia una legge liberticida. E gli intolleranti, in questo momento, sono là fuori».

Pillon ha esordito ricordando la proposta leghista, «non accolta, per inasprire le pene a chi se le prende contro chi ha un orientamento sessuale diverso». Per poi esporre la propria teoria sul progetto di “nuova umanità” che starebbe alla base del decreto: «La scusa della lotta alle discriminazioni è una foglia di fico che nasconde un altro progetto: un disegno per rifondare da zero l’umanità. Alla base della vita c’è l’incontro tra un uomo e una donna che si amano. Impossibile prescindere da questa dualità. Eppure l’articolo 1 del Ddl Zan dice che l’umanità sarà divisa in categorie non più naturali: non solo per sesso, ma anche per genere, orientamento sessuale e identità di genere anche auto-percepita».

Tra i temi toccati da Pillon la gestazione per altri: «È facile dire che siamo contro le discriminazioni – ha detto – Ma faccio l’esempio di due uomini che si vogliono bene e si vogliono sposare avere dei figli. Siete d’accordo? Immagino non lo siate. Ebbene, qualsiasi azione volta a impedire l’utero in affitto (che in Italia, però, non è legale, ndr) sarà considerata discriminazione nei confronti dei desiderio di paternità dei gay. E per le condotte discriminatorie sono previste pene detentive anche pesanti. Preparatevi a portarmi le arance».