Versalis, i sindacati mantovani: «Alla transizione serve tempo»

Da Filctem, Femca e Uiltec altro “no” allo stop al cracking di Marghera dal 2022. Giovedì si è tenuto l’incontro con l’azienda per l’arrivo del nuovo responsabile risorse umane

MANTOVA. Serve tempo. Tempo per costruire una transizione vera che non uccida le prospettive industriali di interi territori. È un “no” alla chiusura da marzo 2022 dell’impianto cracking Versalis a Porto Marghera quello che anche i sindacati chimici mantovani tornano a ribadire all’indomani del tavolo al Mise e a margine dell’incontro con il nuovo responsabile risorse umane di via Taliercio. Si tratta di Gianluigi Zenoni che torna a Mantova, dopo aver ricoperto lo stesso incarico per il gruppo a Priolo in Sicilia, al posto di Marco Dimartino destinato a un altro sito di Versalis Italia. A presentarlo alle Rsu e alle segreterie di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil è stato il direttore risorse umane del gruppo Davide Calabrò. Ed è stata l’occasione per tornare sulla posizione di Eni che ha confermato di voler procedere con la cessazione degli impianti cracking e aromatici di Porto Marghera nonché sulle preoccupazioni per il futuro dello stabilimento di Mantova. Come rimarca il segretario generale della Filctem Cgil Michele Orezzi «per noi la vertenza sulla chiusura del cracking rimane nazionale e non un problema industriale dei veneziani. Togliere l’unico impianto di cracking dalla pianura padana rischia di schiacciare le prospettive industriali dell’intero gruppo Versalis nel quadrilatero padano. Qualsiasi transizione necessita di tempo specie nel contesto industriale nel quale ci stiamo muovendo: tempo è proprio quello che chiediamo. Partendo da un piano industriale chiaro su dove voglia andare Versalis, sul ruolo che avrà all’interno delle strategie del gruppo Eni, sul protagonismo a cui deve ambire nel futuro della chimica italiana. Serve poi un focus specifico sugli investimenti industriali e per la ricerca nello stabilimento mantovano: fino a quel momento il nostro secco no sulla questione Marghera rimane». Riferisce il segretario generale della Uiltec Uil Giovanni Pelizzoni che nell’incontro «l’azienda ha insistito molto per rassicurarci sul problema degli approvvigionamenti, ma le perplessità restano e non solo per gli approvvigionamenti ma anche rispetto a una visione più green di tutto il sistema. Chiudere l’unico cracking in Val Padana è una visione strabica che si riverbera sugli altri siti e su tutta la chimica italiana. Si rischia un vero disastro. Non ci spaventa il nuovo, ma ci deve convincere e deve essere condiviso. Le relazioni industriali con Eni sono buone e auspichiamo il prosieguo di un dialogo costruttivo, ma li aspettiamo alla prova dei fatti così come abbiamo chiesto di conoscere lo stato dell’arte degli investimenti di 40-50 milioni che hanno confermato su Mantova».

Ad auspicare il prosieguo del dialogo con l’azienda è anche il segretario generale…