Castel Goffredo, ostacoli per lo spostamento del centro islamico

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La comunità ha una nuova sede dove le regole urbanistiche lo vietano. Il sindaco: nessuna pregiudiziale, rispetto della legge

CASTEL GOFFREDO. Torna d’attualità la questione del centro islamico, che due anni fa tenne banco in paese. La novità, ora, è l’intenzione, da parte dei gestori, di spostare la sede dove la comunità islamica si trova a pregare: da via Raffaello Sanzio a via Montegrappa. L’attuale sede, infatti, è un appartamento in una via perpendicolare alla centrale via Montegrappa, in una zona residenziale. Qui la comunità si ritrova a pregare da tempo e lo ha fatto anche appena è stato possibile, dopo la fine delle restrizioni per il Covid.

Ora, però, il gruppo di persone che gestisce il centro ha acquistato un nuovo immobile che si affaccia su via Montegrappa, e cioè ad alcune centinaia di metri dall’attuale sede. Il nuovo immobile è uno spazio che si trova sopra una zona commerciale, dopo la rotonda e le scuole.

Tuttavia, già al momento della compravendita dell’immobile era noto il regolamento urbanistico – e le restrizioni dettate da questo – relativo a quella zona. Qui, infatti, non è possibile dare vita a centri culturali e luoghi di aggregazione con quella finalità. Si tratta di un’area commerciale con norme urbanistiche precise imposte dal regolamento comunale.

Al momento, si apprende che ci sono stati incontri fra l’amministrazione comunale e i rappresentanti della comunità, con un mediatore culturale che aveva il compito di illustrare la situazione. Di fatto, dunque, questo immobile al primo piano dello stabile non può essere utilizzato come centro culturale e, allo stesso tempo, non può ospitare un numero elevato di persone.

Nelle scorse settimane ci sono state delle assemblee, che sono state monitorate delle autorità locale, al fine di comprendere se quanto spiegato alla comunità fosse chiaro. L’amministrazione, al momento, ricorda che «c’è un regolamento chiaro, nessun fatto personale e nessuna pregiudiziale. Quella zona non è idonea a quell’attività. Le leggi in vigore vanno rispettate».

La comunità, per mezzo del mediatore culturale, pare abbia fatto richiesta per capire se e dove ci siano zone idonee per attivare e aprire un centro culturale e, dunque, avere uno spazio per la preghiera. Al momento, dopo il dibattito di due anni fa proprio sull’appartamento di via Raffaello, la situazione vede le autorità far riferimento alle norme in vigore e, dunque, tenere ferma la decisione che in quel luogo non si può aprire un centro culturale. Luca Cremonesi

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