Apertura sul nucleare, la Lega difende il governatore Fontana: «Non costruirà centrali da
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Il consigliere regionale Alessandra Cappellari: «Il beneficio di un nucleare controllato è evidente, abbatterebbe i costi di quell’energia elettrica che siamo costretti ad acquistare dalla Francia». Il deputato Dara: «Tecnologia e impiantistica hanno fatto enormi passi in avanti sia nella sicurezza sia nel green»
«Nessuna centrale in Lombardia, i grillini parlano a sproposito. Visto che le scuole hanno riaperto, vadano a studiare». Il consigliere regionale leghista, la mantovana Alessandra Cappellari, interviene sulla polemica sul nucleare. «L’altro giorno il governatore Fontana, rispondendo a una domanda sul nucleare, si è detto favorevole all’energia atomica per uso domestico, ovviamente con impianti green, controllati e sicuri – argomenta Cappellari – Ragionare con argomenti validi e condivisibili sul nucleare, come ha fatto Fontana, non significa costruire automaticamente un impianto in Lombardia o addirittura a Mantova o Cremona come scrivono gli esponenti M5S. E in ogni caso, è ridicolo che i Cinquestelle si scaglino contro la possibilità di avere un nucleare quando l’intero Nord Italia è già circondato da ben 27 centrali, sparpagliate tra Francia, Svizzera, Germania e Slovenia. Il beneficio di un nucleare controllato è evidente, in quanto abbatterebbe i costi di quell’energia elettrica che siamo costretti ad acquistare a caro prezzo dalla Francia, che ironia della sorte la produce nei quindici impianti a ridosso del Piemonte».
Sulla questione prende la parola anche il deputato leghista castiglionese, Andrea Dara. «In Italia il tema del nucleare è un tabù intoccabile provocato dall’onda emotiva per il disastro di Chernobyl – dice – sono passati 35 anni e il nucleare continua a essere utilizzato in quasi tutti gli stati occidentali. Nel frattempo la tecnologia e l’impiantistica hanno fatto enormi passi in avanti sia nella sicurezza che nel green. Se prendiamo in considerazione i dati antecedenti all’emergenza Covid, la Lombardia è al primo posto per consumi elettrici, con 67,4 miliardi di kWh, più del doppio rispetto al secondo classificato, il Veneto, che si ferma a 31 miliardi. I dati sulla produzione di energia nelle principali regioni sono molto più bassi rispetto ai consumi».
Taglia corto Cappellari: «Il tema del nucleare, se verrà preso in considerazione, sarà a livello nazionale e non locale. Stiamo parlando di una scelta che non compete alle istituzioni regionali. La mia opinione è che, come per ogni tipo di impianto, si debba valutare il territorio che deve accogliere un’eventuale struttura di questo genere. A monte della decisione su dove costruire una centrale (assolutamente strumentale in questo momento), occorre che un politico serio si ponga il problema di come il Paese possa approvvigionarsi di energia e se la soluzione giusta sia appunto il nucleare, posto che i dati ci parlano di rincari e della mancanza di energia».
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