Viadana, la Gardani ai 150 dipendenti: «Consegnate il green pass»

La Flai Cgil sul piede di guerra dopo che l’azienda di Viadana ha messo un avviso in bacheca. Il segretario Volta: imposizione non prevista da alcuna norma

VIADANA. “Tutti i dipendenti devono consegnare in ufficio il Greenpass!”: questa la sorpresa che, la mattina di lunedì 13 settembre, i dipendenti della Gardani di Viadana, azienda del settore alimentare con 150 dipendenti e sei siti produttivi, si sono ritrovati in bacheca. A segnalare la vicenda è la Flai-Cgil, la federazione dei lavoratori dell’agro-industria, che non condivide affatto la scelta. «Non è giusto che l’azienda chieda il certificato verde all’interno del proprio stabilimento – dice Marco Volta, segretario provinciale della categoria – È un’imposizione non prevista da alcun decreto legislativo».

Cosa accadrà ai collaboratori non in possesso del certificato? Saranno sospesi temporaneamente dal lavoro o adibiti a mansioni per le quali non è necessario entrare in contatto con i colleghi? Sarà offerto loro un tampone gratuito? Abbiamo provato a contattare l’azienda, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Intanto, il dibattito sull’estensione del certificato verde a tutti i lavoratori prosegue. Giovedì approderà in consiglio dei ministri un nuovo decreto per estenderlo ai dipendenti della pubblica amministrazione, ma entro la fine della settimana si potrebbe arrivare a un accordo per l’intero mondo del lavoro. E il decreto potrebbe entrare in vigore attorno alla metà d’ottobre. L’estensione piace, del resto, sia ai sindacati sia ai lavoratori. «Ma serve una legge» dice il presidente di Confimi industria, Paolo Agnelli. E serve un accordo sul costo dei tamponi: Confindustria non vuole che gravi sulle aziende, i sindacati chiedono che non lo paghino i lavoratori.