Il Bike-In di Mantova diventa un meme: «Rispettate le regole Covid»

 Struttura che ha consentito di far suonare sul palco molti artisti italiani e internazionali

MANTOVA. L’Arena Bike-In di Mantova era nel circolo vizioso dei “meme” sul circuito social. La definizione di meme è interessante perché si tratta di un singolo elemento di una cultura o di un sistema di comportamento, replicabile e trasmissibile per imitazione da un individuo a un altro o da uno strumento di comunicazione ed espressione a un altro. In realtà, il meme, in questi ultimi anni, è un elemento prodotto o creato al fine di sottolineare situazioni assurde, comportamenti di vario genere o per prendersi gioco di alcune realtà.

Cosa abbia a che fare tutto questo con Mantova e con il Bike-In è presto detto. Questa struttura, montata sulle sponde dei laghi mantovani, ha permesso per due anni di trasformare la città dei Gonzaga nella città della musica. In nessun altro spazio urbano si è suonato live tanto quanto a Mantova e il merito è nell’intuizione del Bike-In, soluzione e struttura che consente di rispettare tutte le regole e di far suonare su un palco gli artisti.

A Mantova, dunque, sono potuti arrivare artisti internazionali, come Bill Frisell e Geraldine Laurent, oltre a molti italiani come gli Extraliscio, Orietta Berti, Davide Van de Sfroos, Frank Quintale, Leon Faun, i Ridillo, i Modena City Ramblers.

Proprio il cantante di questi ultimi, Davide “Dudu” Morandi, protagonista al Bike-In, in agosto di un concerto quasi sold out, ha postato un meme dove si mostrano tre situazioni di concerti live in Usa, Slovenia e Inghilterra, dove non viene rispettato il distanziamento. In un successivo quarto riquadro appare il Bike-In di Mantova dove, per contrasto, si mostra la scelta di avere numeri ridotti e distanziamento garantito. Sotto il meme la discussione esplode e Dudu sottolinea che questo modo pur se restrittivo ha permesso di suonare, far lavorare persone e allo stesso tempo garantire la sicurezza.