Azzi, partenza sprint: «Così cambio la Asst, c’è troppa lentezza e serve un altro passo»

Il nuovo manager del Poma ha già individuato alcune criticità: «Bisogna correre e volare alto. Servono azioni di rilancio e grande motivazione»

MANTOVA. «Ho già chiesto ai direttori dei dipartimenti sanitari di cambiare mentalità e iniziare a volare alto. C’è bisogno di un cambio di passo e di velocità, pensando al futuro senza perdere di vista l’immediato, per programmare qualcosa di più importante per la sanità a Mantova. Le disponibilità finanziarie non mancano».

Un insediamento da centometrista, quello del nuovo direttore generale dell’Asst di Mantova, Mara Azzi, che da martedì 7 settembre ha preso il posto di Raffaello Stradoni, trasferito all’Ats della Montagna a Sondrio.

Il nuovo top manager del Poma ha subito messo le cose in chiaro: «La sanità a Mantova non può andare al rallentatore. Ci sono tante cose da fare e tanti progetti da realizzare. Inoltre, da quanto ho potuto constatare in questi primi tre giorni, sembra che la popolazione non conosca esattamente le potenzialità dei nostri ospedali e del nostro territorio».

Dottoressa, come si è mossa in questi primi giorni alla guida dell’Asst di Mantova?

«Mercoledì ho incontrato il dottor Stradoni per lo scambio di consegne e poi ho iniziato gli incontri con i dirigenti. La prima riunione è stata con i direttori dei dipartimenti sanitari. Un vertice che è valso come fase di ascolto, ma non solo. Da una parte c’è l’ascolto per prendere visione dei vari problemi, ma contestualmente bisogna subito andare avanti perché ci sono scadenze che vanno rispettate. È come salire su un treno in corsa: non posso permettermi di fermare tutto per capire che cosa va e che cosa non va, devo capire mentre corro. Subito dopo ho incontrato i dirigenti del mio staff e ora inizierò a girare nei reparti e sul territorio. Domani mattina (lunedì 13 settembre, ndr) sarò al distretto di Viadana, poi in settimana all’ospedale di Pieve di Coriano e poi ad Asola e Bozzolo».

Ha già visitato qualche reparto del Poma?

«Il primo giorno sono andata al pronto soccorso e ho già riscontrato alcune criticità dal punto di vista logistico. Mercoledì mattina ho fissato un incontro sui percorsi del reparto, una struttura decisamente inadeguata per la mole di richieste di accesso. So che ci sono già progetti di adeguamento in corso e in questo caso daremo esecuzione a quanto già programmato».

La riforma sanitaria da attuare e i fondi che arriveranno grazie al Pnrr. L’ attendono mesi di grandi decisioni…

«Lo so, dobbiamo dare attuazione alla riforma che prevede l’attivazione delle case e degli ospedali di comunità. Le prime ospiteranno i servizi territoriali mentre le seconde saranno una specie di reparto, in ospedali o anche in altre strutture, per le cure intermedie. Ma ho in mente anche nuovi progetti per ospedale e territorio. I soldi ci sono, ne ho trovati in cassa e tra l’altro mai spesi».

Nuovi progetti? Si vocifera che voglia portare la Neurochirurgia al Poma?

«Piano, qualche idea…