Gli affluenti del Po sono ai minimi storici. Così l’agricoltura soffre

L’Autorità del fiume lancia l’allarme: «Occorre costruire o riaprire invasi e bacini»

MANTOVA. È un “bilancio idrico” in chiaro scuro, quello dell’estate 2021 per il fiume Po. I dati, secondo l’Autorità distrettuale del fiume Po, devono indurre le istituzioni a una riflessione. «Servono opere che garantiscano l’acqua», afferma il presidente Meuccio Berselli.

Come si ricorderà, tra fine giugno e inizio luglio la portata del corso d’acqua era calata sino al 30 per cento in diverse zone del bacino padano. Le cause erano principalmente di ordine climatico: in alcune aree della Pianura il primo semestre 2021 è stato tra i più siccitosi di sempre (articolo a fianco), con precipitazioni decisamente inferiori rispetto anche a quelle registrate ad Haifa (Israele) e temperature massime di 1-3 gradi superiori rispetto alla media degli ultimi vent’anni. La riduzione delle portate e la traspirazione del suolo indotta dalla calura avevano messo in difficoltà il comparto agricolo.

Avevano sopperito per fortuna i grandi laghi alpini. Le piogge di luglio avevano contribuito a invertire almeno parzialmente la tendenza e a favorire una ripresa dei deflussi, e nella prima metà di agosto le portate del Po sono state abbondanti.

In questo momento si ravvisano due aree distinte: se a nord del Po le precipitazioni di luglio e serbatoi in linea con le medie garantiscono il soddisfacimento idrico/irriguo, le aree a sud del Grande Fiume versano ancora in uno stato di sofferenza, che si protrae ormai da mesi. La carenza di apporti idrici da parte dei torrenti appenninici (in alcuni casi al di sotto del valore minimo di deflusso considerato vitale) non consente di attingere acqua per scopi agricoli, e si segnalano pure alcune limitazioni nell’utilizzo potabile.

Nelle settimane scorse, il torrente Enza (che sfocia nel Po all’altezza di Brescello, di fronte a Viadana) ha raggiunto i minimi storici. Il cambiamento climatico è ormai assodato, e fenomeni che erano straordinari anni fa ora sono divenuti ordinari. I frequentatori del Po lanciano l’allarme: «Per l’irrigazione dei pioppeti – segnalano alcuni – si comincia ad attingere alle falde, che però non riescono a ritemprarsi con le piogge scarse».

«L’acqua del Po – commenta Berselli – è indispensabile per le comunità e l’economia. Serve una riflessione approfondita, ma non troppo lunga nelle tempistiche decisionali e nell’azione operativa. Dove si rendono essenziali, servono opere in grado di garantire il continuo approvvigionamento idrico».

La soluzione, secondo l’Autorità, è la predisposizione di invasi e bacini (le vecchie lanche) in grado di trattenere acqua. Occorrerebbero poi sistemi di irrigazione sempre più virtuosi. Portate sufficienti e continue favorirebbero ovviamente pure la navigazione turistica e commerciale. Anche perché di acqua comunque ce n’è, e secondo moti è un peccato lasciarla scorrere tutta sino al mare. In questo momento il livello del fiume…