Il bimbo scappa pure in tribunale, assolti i genitori

Madre e padre erano accusati di abbandono di minore per due volte in cui il piccolo era uscito di casa. Ma il giudice si è accorto della sua vivacità

CASALOLDO. Per due volte, nel giro di pochi giorni, era sfuggito al controllo dei genitori. L’ultima scappatella, nonostante gli sbarramenti messi da mamma e papà, il piccolo Papillon, l’aveva fatta nel cuore della notte. Era uscito di casa, aprendo la porta con la chiave e prendendo con sé il cagnolino. A trovarlo, mentre camminava senza una meta su una via, un camionista che stava andando al lavoro. Il bimbo, all’epoca dei fatti (siamo nel 2017), aveva soltanto tre anni. I genitori, denunciati dai servizi sociali, sono finiti a processo per abbandono di minore.

Ma a scagionarli è stato lo stesso comportamento del piccolo davanti al magistrato del tribunale dei minori. Il caso infatti approdò al tribunale dei minori di Brescia. E nel corso di un’udienza, mentre i genitori venivano sentiti dal magistrato, il bambino che fino a quel momento era impegnato a colorare un foglio di carta con i pennarelli, d’improvviso si alzò raggiungendo la porta chiusa a chiave dell’ufficio del giudice.

La mamma, vedendolo, cercò di fermarlo ma il magistrato la bloccò: «Lo lasci fare, signora». E, tra la sorpresa generale il bimbo riuscì ad aprire la porta.

Una circostanza, questa, che si è dimostrata fondamentale per la sorte processuale dei genitori che ieri mattina, difesi dall’avvocato Stefano Vigna, al tribunale di Mantova sono stati entrambi scagionati dal giudice Chiara Comunale dall’accusa di abbandono di minore per non aver commesso il fatto.

Il primo giugno di quest’anno entrambi avevano testimoniato davanti al giudice. Sia mamma che papà avevano raccontato che il figlio, all’epoca, era vivacissimo e che dopo la prima fuga avevano provveduto a installare un cancelletto. Ma il piccolo era riuscito comunque ad aprirlo. Il fatto avvenne alle quattro del mattino a Casaloldo. Il bambino uscì di casa, seguito dal suo cagnolino e si incamminò lungo la via. Un camionista di passaggio lo vide. Si fermò, lo prese in braccio e suonò al primo campanello che trova. La padrona di casa aprì e si ritrovò davanti un bimbo infreddolito e sporco che non rispondeva alle domande. La donna chiamò i carabinieri e anche un agente della polizia locale: i primo andarono alla ricerca della famiglia del piccolo e il secondo rimase con il bambino. Percorrendo la via il carabiniere, accompagnato da un assessore locale, arrivò davanti a una casa con la porta spalancata. Non entrò ma suonò il campanello. Nessuno rispose se non dopo parecchi minuti. Erano i genitori del bimbo, che non si erano accorti della fuga del figlio perché dormivano.