Crisi aperte e protocolli, la Fiom affila le armi: sarà un autunno caldo

MANTOVA. La Fiom e la Cgil «sono favorevoli all’obbligo vaccinale» ma la questione non può essere demandata a un accordo tra le parti: «Sta al governo e al Parlamento assumersi la responsabilità di legiferare in tal senso».

L’assemblea generale per i 120 anni del sindacato dei metalmeccanici Cgil diventa l’occasione per i vertici del sindacato provinciali, regionali e nazionali per scrivere la parola fine su «polemiche assolutamente infondate», ribadire il loro no alle discriminazioni nelle mense aziendali «che sono un diritto previsto dai contratti» e fare il punto su quei nervi ancora scoperti che preludono a un autunno caldo per il mondo del lavoro. Assemblea gremita di delegati delle fabbriche mantovane, quella aperta dal segretario generale della Fiom di Mantova Marco Massari che nel ricordare che «per noi metalmeccanici un obbligo di vaccino c’è già ed è l’antitetanica» lancia al contempo un altolà a governo e Confindustria sui protocolli di sicurezza: «Non accetteremo che il Green Pass serva per rottamare i protocolli per i quali abbiamo lottato, che hanno funzionato, funzionano e possono essere rinforzati con un tracciamento tramite tamponi che devono essere a carico delle aziende». E se in 120 anni «di momenti di crisi come questo la Fiom ne ha visti», a far temere un autunno caldo sono le vertenze ancora in attesa di risoluzione «per le quali chiediamo il ritiro dei licenziamenti» come il fatto che «la ripresa è in atto con livelli produttivi che non si vedevano dal 2007 ma va accompagnata mettendo in sicurezza il lavoratori – conclude Massari – e non solo per la pandemia: ricordo che gli infortuni mortali sono in altissima crescita in Italia».

A ribadire che settembre «sarà un mese impegnativo» è anche il segretario della Fiom nazionale Luca Trevisan: «Bisogna evitare che si usi lo sblocco dei licenziamenti per mettere in discussione posti di lavoro e reddito delle persone. Si tratta di utilizzare al meglio i soldi del Pnrr, usarli per lo sviluppo ma anche per rendere quello sviluppo compatibile investendo nella transizione ecologica, nella digitalizzazione, per migliorare le condizioni di vita e di lavoro salvaguardando allo stesso tempo il reddito e i livello occupazionali dei lavoratori e delle lavoratrici».

A ricordare le situazioni «esplosive» lombarde come quella della Tim nel bresciano e della Giannetti Ruote in Brianza è poi il segretario generale della Fiom Lombardia Antonio Castagnoli che tornando sul tema delocalizzazioni avverte: «Non possiamo lasciar scappar via aziende che hanno mercato, producono attività e generano profitto e occupazione anche per l’indotto».

Assemblea durata quattro ore con la ricostruzione della storia del sindacato affidata all’ex segretario generale della Fiom Gianni Rinaldini, con gli interventi del segretario generale della camera del lavoro di Mantova Daniele Soffiati che ha sottolineato come «a differenza…