Mantova, la campagna è al capolinea: tre settimane per vaccinarsi

Il 12 settembre il portale per le prenotazioni della prima dose verrà disattivato. E Bertolaso lancia il piano lombardo per la terza iniezione: «Il tempo è oggi»

MANTOVA. Ultima chiamata per i dubbiosi impauriti e i no vax ostinati: in Lombardia la campagna vaccinale chiuderà il 12 settembre, dal giorno successivo il portale per le prenotazioni gestito da Poste Italiane sarà disattivato. A quel punto i ritardatari che vorranno ricevere la prima dose dovranno percorrere altre vie, al momento non ancora definite. La data scelta per i titoli di coda della campagna anti-Covid non appare casuale, il 13 settembre suonerà infatti la prima campanella del nuovo anno scolastico. E i timori puntano già agli effetti eventuali della ripresa delle lezioni sulla circolazione del virus. Effetti cumulabili con il riavvio delle attività produttive dopo la pausa estiva.

Il sollecito a vaccinarsi prima che la campagna si spenga vale per tutti, ma l’appello più insistito è per la fascia d’età dai 40 ai 60 anni, dove la percentuale di chi ha ricevuto la prima dose è ferma al 75%. «È in questa fascia che il vantaggio individuale è massimo – ripete il direttore generale dell’Asst di Mantova, Raffaello Stradoni – perché tra i 40 e i 60 anni la percentuale dei malati, e dei relativi ricoveri, è la più alta, maggiore rispetto a ogni altra classe d’età».

A proposito di scuola, e dell’imperativo di spezzare sul nascere eventuali catene di contagio, da ieri in Lombardia è offerta anche ai bambini/ragazzi dai 6 ai 13 anni l’opportunità di sottoporsi gratuitamente ai tamponi antigenici in farmacia, ogni quindici giorni. Così attraverso il portale regionale “prenotasalute”.

Intanto, mentre si cerca d’intercettare i dubbiosi e gli scettici più coriacei, accelera anche il dibattito sulla terza dose. A dare la spinta è il consulente di Regione Lombardia per la campagna vaccinale, Guido Bertolaso, che avverte: «Il tempo per decidere è oggi, al massimo i primi di settembre». Per i vertici regionali la terza dose è un’esigenza talmente «indiscutibile» da meritare un piano, già presentato a Roma e discusso con il commissario straordinario per l’emergenza Covid, Francesco Figliuolo.

E adesso? «Aspettiamo l’input delle autorità sanitarie» racconta Bertolaso al Corriere della Sera. L’urgenza muove proprio dal timore di nuove ondate con l’avvento dell’autunno, e dalla stima di nove mesi per la protezione offerta dal vaccino. Il piano della Regione prevede di ripartire dagli anziani che vivono nelle case di riposo, dagli operatori sanitari e dai soggetti fragili, ancora esposti al contagio anche dopo la seconda dose.

Col 12 settembre dovrebbe andare in archivio pure il modello di vaccinazione di massa nei grandi hub, sostituito per la terza dose (e quelle successive) da «poli medio-piccoli, strategicamente localizzati sul territorio. Approssimativamente uno ogni 100-150 mila abitanti». Con i coinvolgimento di medici di famiglia, imprese…