Il don che appoggia la protesta per il Chiese: «Salviamo l’ambiente»

Don Giovanni è stato a Brescia a parlare con i manifestanti. «Acqua e terra sono doni da lasciare integri per chi verrà»

CASALMORO. «L’ambiente è un dono e va rispettato e amato». Così anche don Giovanni Tosoni, parroco di Casalmoro e Castelnuovo di sola, prende le difese del Chiese. Il fiume è al centro di una questione che tiene banco ormai da tempo, quella che riguarda il nuovo depuratore del Garda di Gavardo-Montichiari che getterà le sue acque, una volta trattate, nel fiume. Don Giovanni, sensibile a questi temi, nei giorni scorsi è andato a Brescia, nel luogo delle presidio di protesta, per prendere atto della situazione e capire quali sono gli effetti che il depuratore potrebbe avere sul fiume che tocca, anche, Casalmoro. «Ho parlato con Gianluca Bordiga (presidente della federazione delle associazioni “Amici del Chiese”, ndr), volevo capire cosa stesse succedendo, volevo farmi spiegare quali fossero i danni che il depuratore causerà al Chiese – spiega il parroco di Casalmoro–. Il loro obiettivo è quello di smuovere le coscienze su temi molto importanti come quelli legati all’ambiente. Ho sentito i promotori della protesta e condivido la loro posizione e supporto la loro battaglia. Mi sono sentito chiamato in causa: acqua e terra sono beni di tutti e sono doni che dobbiamo lasciare integri per le generazioni future. Il fiume è nostro amico, ci è vicino e fa parte del territorio che abitiamo. Dispiace vederlo inquinato e deturpato, per questo mi interessa. Ho molto a cuore l’ambiente. Anche chi decide di concedersi una passeggiata sull’argine troverà il paesaggio rovinato».

Intanto il presidio davanti alla prefettura di Brescia continua ormai in pianta stabile ventiquattro ore al giorno e sette giorni su sette. I manifestanti non accennano a mollare la presa. Tutti i giorni si hanno aggiornamenti.

Ieri Bordiga facendosi portavoce dei manifestanti ha dichiarato che «i presidi raddoppieranno: uno si stabilirà sui territori dell’asta del Chiese, per consolidare la forte protesta unitaria a difesa del corso d’acqua». Il comitato inoltre ha aggiunto di voler fare appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per chiedere che il territorio in cui scorre il Chiese abbia lo stesso rispetto che hanno gli altri territori. Gli abitanti della zona si sentono dimenticati e trattati come cittadini di serie b, dato che l’acqua del loro fiume «viene avvelenata senza ritegno». I manifestanti vogliono impedire che il depuratore venga costruito. Se l’opera andasse a buon fine, vorrebbe dire che gli scarichi della zona del Garda bresciano finirebbero tutti prima nel depuratore e poi nel Chiese .