Il racconto di Manzella promosso anche da Maraini

Selezionato al Premio Velletri per comporre l’antologia “Per un pugno di storie”. “Selva Oscura” guarda a Dante e a Virgilio ma è ambientato ai giorni nostri

MANTOVA. «Ho partecipato al Premio Velletri, con Dacia Maraini come presidente di giuria. Il mio racconto è piaciuto ed è stato selezionato per l’antologia “Per un pugno di storie”, pubblicata a Roma dall’editore Perrone. Per me il riconoscimento è motivo di orgoglio».

Così dice Sandra Manzella, che vive a Mantova ed è insegnante di inglese a Bagnolo. Nei giorni scorsi, con la partecipazione di quindici finalisti, erano presenti a Velletri l’editore Giulio Perrone, insieme ai componenti la giuria presieduta da Dacia Maraini e presentata dallo scrittore e giornalista Paolo Di Paolo. Tutto si è svolto nella Casa della Cultura e della Musica, struttura seicentesca del convento del Carmine, che per il terzo anno accoglie la rassegna letteraria Velletri Libris, ideata e realizzata da Libreria Mondadori BookStore di Velletri.

La rassegna, che ospita autori di fama nazionale e internazionale, si propone di aggregare intorno al libro sempre più persone attraverso percorsi letterari, sensoriali e artistici. Collateralmente alla rassegna, per l’edizione 2021, è stata indetta la terza edizione del concorso per l’assegnazione di un premio letterario di narrativa da attribuire a più opere del genere “racconto breve”, inedite e in lingua italiana, cui Sandra Manzella ha partecipato, venendo selezionata. Il premio consiste infatti nella pubblicazione dei primi quindici lavori ritenuti meritevoli in un’antologia.

Il racconto di Manzella racchiude nel titolo, “Selva Oscura”, sia un riferimento a Dante, di cui ricorre quest’anno il settecentesimo anniversario della morte, sia a Virgilio, guida del sommo poeta nell’Inferno e nel Purgatorio della Divina commedia.

«La selva oscura – prosegue la scrittrice – è nella mente di un moderno Virgilio (vive ai nostri giorni a Mantova), popolata da fantasmi del passato che lo stanno portando sull’orlo della pazzia. Non distingue più la realtà dal sogno, vede i fantasmi di persone amiche che vuole raggiungere nell’aldilà». Così, per farla finita, medita di immergersi nelle acque del Mincio, ma sarebbe come lasciare una firma sulla propria morte. Allora, per non farsi commiserare, simula un incidente, travolto dal traffico ma in realtà gettandosi sotto un’auto. Ma un vagabondo, un clochard, si accorge di quanto sta avvenendo e spinge Virgilio per terra, salvandolo. Arriva l’ambulanza e tutte le attenzioni sono per il ferito, il dottor Virgilio Marone. Anche in ospedale nessuno presta attenzione al vagabondo, che si chiama Dante. Nell’Inferno è Virgilio a salvare Dante in varie circostanze, a partire dalle tre fiere nel primo canto. Nel racconto di Manzella la prospettiva è rovesciata. Dante riconosce la disperazione di Virgilio. Fuori dall’ospedale i due si incontrano. Il vagabondo non ha un posto dove andare;…