Prima messa nella chiesa di Magnacavallo dopo i lavori. Il don: «Sono molto felice»
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L’intervento di restauro ha interessato la copertura che presentava alcune infiltrazioni. I lavori sono costati 140mila euro e sono stati finanziati in gran parte proprio con le offerte dei cittadini, oltre a un generoso contributo della fondazione Comunità mantovana
MAGNACAVALLO. La chiesa di Magnacavallo ha riaperto sabato 14 agosto dopo il restauro delle copertura. «Una grande soddisfazione per il paese e per la comunità dei fedeli» ha detto don Gianfranco Magalini. Alcuni fedeli, nel pomeriggio, hanno voluto ammirare il restauro e rientrare nella chiesa dopo tanti mesi.
La messa del sabato pomeriggio è stata più partecipata del solito, ma molti andranno domenica mattina a quella delle 10 per rivedere la propria chiesa finalmente restaurata.
«Sono molto felice – ha detto ieri il parroco – grazie alla generosità di tante persone e delle loro offerte è stato possibile sistemare questa chiesa, una ricchezza per tutta la comunità». L’intervento di restauro ha interessato la copertura che presentava alcune infiltrazioni. I lavori sono costati 140mila euro e sono stati finanziati in gran parte proprio con le offerte dei cittadini, oltre a un generoso contributo della fondazione Comunità mantovana.
La chiesa era stata chiusa a metà aprile, quando erano iniziati i lavori. L’intervento ha riguardato la copertura che presentava punti dai quali passava l’acqua. Sono state sistemate anche alcune capriate. Durante i mesi di chiusura tutte le funzioni si sono svolte al centro polivalente Pertini, messo a disposizione gratuitamente dal Comune.
Tutti gli arredi, i banchi, alcune statue e un crocefisso sono stati spostati al polivalente, dove è stato allestito anche un altare. Il trasloco è stato svolto da alcuni volontari, che si sono poi occupati anche delle pulizie della chiesa, una volta terminati i lavori. Proprio i volontari sottolineano come serva ancora un ulteriore sforzo. Negli anni sono stati raccolti molti fondi, ma la spesa per sostenere l’intervento necessità ancora di altra generosità nel donareGiorgio Pinotti
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