Roghi di Tir, si indaga per racket internazionale

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Quattro arresti in Olanda: alla base una guerra fra indiani e pakistani per il controllo del trasporto dei tessili cinesi da Prato

SUZZARA.Passava anche dal Suzzarese una guerra tra bande pakistane e indiane per controllare il trasporto internazionale dei prodotti usciti dai capannoni cinesi di Prato, in cui le vittime sono imprese di autotrasporto che risultavano più competitive in termini di qualità del servizio e di tariffe. È questo il quadro ricostruito dall’indagine che la procura di Prato ha avviato partendo dall’incendio doloso di un camion avvenuto nel 2017 nella zona industriale pratese. Un’inchiesta che poi ha assunto una dimensione internazionale, con la collaborazione di Eurojust, perché i magistrati italiani ritengono che l’incendio sia collegato ad altri eventi simili avvenuti in Italia, in Gran Bretagna e nei Paesi Bassi.

La serie di incendi avviene nella notte tra il 10 e l’11 novembre 2017 in un parcheggio di viale XVI Aprile di Prato. Un camion che aveva caricato abiti viene colpito da alcune bombe molotov lanciate da uomini mascherati. Lo testimoniò l’autista pakistano, che dormiva in cabina e che riuscì a uscire indenne. Quell’attentato causò un danno di 300mila euro.

In un primo momento, gli inquirenti ritennero che fosse un atto isolato. Ma il 14 dicembre dello stesso anno vengono bruciati a Suzzara due rimorchi dell’azienda di autotrasporto Manjeet Singh e nel gennaio del 2018 un autoarticolato della stessa società, anch’esso a Suzzara. Il 14 ottobre un altro incendio doloso, questa volta a Luzzara, Reggio Emilia, mentre gli inquirenti registrarono un incendio sospetto anche il Gran Bretagna. Un anno dopo, nell’ottobre del 2019 bruciò ancora a Prato il camion dove un autista olandese, Jos Lambregts, e un suo collega stavano dormendo. In quel caso, gli autisti furono fortunati e si salvarono, ma lo stesso Lambregts non uscì indenne dall’incendio di agosto 2020 a Doesburg, nei Paesi Bassi, nell’agosto 2020. E nel secondo caso il camionista è rimasto in coma per otto settimane e poi ha dovuto affrontare un anno di riabilitazione.

Un filo comune unisce questi eventi: hanno colpito veicoli che trasportavano indumenti prodotti a Prato. Gli inquirenti italiani hanno quindi unito questi tasselli, coinvolgendo i colleghi olandesi che stavano indagando sulle fiamme di Doesburg, e che avevano arrestato quattro persone per incendio doloso (il mandante, un intermediario e i due esecutori). E ora gli inquirenti italiani intendono usare gli arresti olandesi attraverso una rogatoria internazionale per approfondire l’inchiesta anche nel nostro Paese

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