Tabacci: «Ho rinunciato alle deleghe sullo spazio per non creare difficoltà al governo»
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Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio mantovano: «Attacchi senza senso ma non ho “bestie” o schieramenti politici a difendermi sui social».
ROMA. «Mio figlio in Leonardo ha un rapporto di lavoro subordinato, un contratto da quadro. È un fatto, ma fingono tutti che non esista. Non ha nessun potere decisionale, nessun potere di firma. Quindi un conflitto di interesse con la mia delega alle politiche spaziali e aerospaziali sarebbe stato impossibile». Così Bruno Tabacci, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, in un’intervista al “Corriere della Sera” parlando della sua decisione di lasciare la delega allo spazio e all’aerospazio. E aggiunge: «L’assunzione, come ha ricordato l’azienda, è frutto di una selezione fatta a novembre 2020. A quel tempo nessuno, io per primo,
immaginava un mio ruolo di governo».
Alla domanda se abbia deciso da solo di lasciare le deleghe Tabacci risponde: «Certamente. In questi giorni ho perfino letto di aver avuto un malore dopo un litigio con il presidente Draghi». E sui motivi spiega: «L’ho fatto per non creare difficoltà ulteriore al governo del mio Paese, a fronte di una sequela di attacchi strumentali piena di falsità, non avendo “bestie” sui social né schieramenti politici per difendermi».
Si è sentito sotto attacco per il polverone sollevato dall’assunzione di suo figlio in Leonardo? «L’attacco aveva come vero e unico obiettivo la gestione dei programmi spaziali» risponde Tabacci. E aggiunge: «Ci sono interessi enormi, specie ora che è partita una nuova corsa mondiale allo spazio. Ho tagliato subito certi ponti con il passato e così, da una certa destra, a proprio agio con qualche ambiente dei servizi che non accetta il nuovo corso, è partita la guerra. Si faccia bastare questo perché non aggiungo altro».
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