Fronte unito contro il maxi depuratore E i due Comuni arruoleranno un esperto

Il sindaco Volpi e i consiglieri di maggioranza presenti ieri sera al consiglio aperto a Esenta per valutare l’ipotesi del nuovo impianto

LONATO.Nasce l’asse Mantova-Brescia per far fronte comune contro la soluzione del depuratore del Garda al confine fra la frazione di Lonato e Castiglione. È questo il primo concreto risultato del consiglio comunale aperto del 25 maggio a Lonato, che l’amministrazione guidata dal sindaco Roberto Tardani ha voluto si tenesse nella frazione dove in otto ettari di campagna, e con oltre a quasi 10 chilometri di tubature, potrebbe nascere il mega impianto di depurazione delle acque della sponda bresciana del Garda.

Al tavolo del consiglio anche il sindaco di Castiglione, Enrico Volpi, oltre a gran parte delle forze politiche della maggioranza castiglionese fra il pubblico. «Siamo concordi sul dire no a questa soluzione che è sul tavolo del ministero insieme a quella del doppio depuratore a Gavardo e Montichiari» spiega Volpi.

I due consigli hanno votato, nei giorni scorsi, due mozioni simili, che dicono no al depuratore a Esenta e che sono passate all’unanimità. Nella seduta castiglionese di lunedì sera le forze di maggioranza e minoranza hanno raggiunto una sintesi che sostiene anche la necessità di un contratto di fiume per il Chiese, «per salvaguardare le qualità dell’acqua», ha spiegato Volpi, oltre a ribadire che «la soluzionie emersa dal tavolo delle associazioni bresciane, su proposta dell’associazione Gaia e che prevede l’utilizzo dei canali Arnò e Virgilio, è irricevibile». La soluzione Montichiari-Gavard, dice Volpi, è invece da sostenere sulla base «di valutazioni non campanilistiche, ma tecniche, ambientali ed economiche».

Il secondo risultato è la nomina di un tecnico che aiuti a valutare i progetti «al fine di poter dire la nostra – hanno detto le opposizioni di Lonato – in questo progetto che vede i Comuni del Garda non aver mai investito un soldo, dei molti incassati con la grande urbanizzazione lacustre, per separare le acque nere dalle bianche, oltre ad investimenti su depuratori locali».

Terminato il giro degli interventi istituzionali, ha parlato, tra gli altri, Gianluca Bordiga della “Federazione Associazioni Amici del Chiese”, che ha chiesto di sottoscrivere il documento che propone una terza soluzione che prevede l’ampliamento del depuratore del Garda e la posa di una terza condotta sotto il lago.