Scuola estiva? Piace, ma a Mantova rischia il mezzo flop

Gli istituti superiori valutano la possibilità di varare progetti per il periodo delle vacanze, ma il tempo a disposizione per elaborali è poco. E l’adesione degli studenti non è scontata. Migliore la situazione dei comprensivi

MANTOVA. Sulla carta l’intento è lodevole: offrire agli studenti la possibilità di usufruire di attività estive organizzate dalla scuola. Nella pratica, come vedremo, la scuola estiva lanciata dal ministero della pubblica istruzione rischia di essere nel Mantovano un mezzo flop. Un po’ per il poco tempo concesso agli istituti per elaborare progetti validi (la scadenza per la presentazione è il 21 maggio), un po’ per le carenze strutturali degli edifici scolastici (non concepiti per svolgere attività nei mesi caldi) e infine per una certa (e comprensibile) reticenza dei ragazzi ad associare il concetto di scuola a quello di estate, allo stato attuale ben poche superiori hanno la certezza di aderire alla proposta. Per lo meno non in modo completo.

Migliore invece la situazione nei comprensivi, secondo le prime indiscrezioni che circolano nel mondo della scuola. Verosimilmente l’età degli alunni  si presta maggiormente alla riuscita di un’esperienza che può assomigliare ai Cred estivi. Con la caratteristica, di importanza non secondaria, che saranno iniziative gratuite (almeno quelle organizzate direttamente dalle scuole e finanziate dal ministero). 

Il piano lanciato dal ministro Patrizio Bianchi prevede tre distinte fasi: approfondimento didattico in giugno, percorsi sportivi o sul territorio (ad esempio legati all’arte) in luglio ed agosto e preparazione didattica e psicologica al rientro alle lezioni in presenza (al 100%, sperano al ministero) in settembre. Obiettivo comune di tutte le fasi è il recupero relazionale tra ragazzi che hanno passato più di un anno fatto di lockdown, false ripartenze e didattica a distanza onnipresente.

Ma le scuole hanno gli strumenti per mettere in pratica progetti simili? Al liceo classico-linguistico Virgilio, la preside Carmen Giovanna Barbieri spiega che si sta lavorando su progetti legati a «scienze motorie con passeggiate e attività sportive, ma che prevedano anche uscite per conoscere il patrimonio artistico della città. Vogliamo convogliare competenze di più materie».

Al tecnico Falcone di Asola si punta, al momento, a organizzare bene il periodo precedente al rientro in aula, in settembre, con il coinvolgimento di psicologi. «L’idea delle attività estive è buona, ma per proporre progetti ben elaborati avremmo bisogno di più tempo – dice il preside Giordano Pachera – soprattutto per le attività di luglio e agosto. Ci stiamo ragionando, ma difficilmente riusciremo a organizzare la cosa per questi due mesi».

Al Greggiati di Ostiglia e Poggio Rusco, gli ostacoli sono molto più ardui da superare. «Noi abbiamo laboratori che nelle stagioni calde possono raggiungere temperature sui 40 gradi e non abbiamo alcun sistema di climatizzazione – dice la preside…