Nuovo depuratore del Garda: arriva l’altolà dal Mantovano

La Provincia: «Non siamo stati interpellati, Brescia sospenda la decisione». Galeotti: «l’intervento va fatto, ma vogliamo dare il nostro contributo»

ALTO MANTOVANO. Provincia e sindaci dell’Alto Mantovano sono concordi: Brescia sospenda il progetto di nuovo depuratore del Garda e convochi gli enti territoriali virgiliani, sinora rimasti esclusi dalla trattativa sulla lo localizzazione del nuovo impianto e su dove far finire le acque una volta depurate.

Un altolà corale che viene pochi giorni prima della decisione finale che martedì 18 l’Ato bresciana (L’Ambito territoriale che si occupa di acque e depurazione) dovrà prendere. «Manderemo una lettera subito a chi sta decidendo, la Provincia di Brescia, la società Acque Bresciane ed l’Ato perché sospendano subito la decisione, ci coinvolgano ufficialmente e sentano le nostre ragioni» spiega senza giri di parole il vicepresidente provinciale Paolo Galeotti.

Il 14 maggio il tavolo online convocato dall’amministrazione provinciale con gli amministratori dei Comuni dell’Alto Mantovano e i Consorzi di Bonifica interessati è stato partecipato. Sul tappeto la decisione, ormai imminente, sulla localizzazione del futuro depuratore della parte bresciana del lago di Garda: circa 300mila abitanti che oggi portano le proprie acque reflue sulla sponda opposta, al depuratore di Peschiera, attraverso una condotta posata sul fondo del Benaco.

Il rischio ambientale connesso a un eventuale rottura della condotta, e l’età stessa delle tubazioni, hanno fatto decidere di abbandonare questa soluzione e tenere distinta la depurazione delle due sponde. Peschiera continuerà a depurare la parte veronese (360mila abitanti).

Per il versante bresciano le ipotesi sul tappeto al momento sono due: un nuovo depuratore a metà lago (Gavardo) e il potenziamento di quello di Montichiari, che insieme potrebbero assorbire il carico di circa 280mila abitanti. Oppure un unico depuratore, a Esenta di Lonato, sul confine con Castiglione, da 200mila abitanti mentre gli altri 100mila sarebbero caricati su 8 piccoli impianti.

Lo studio di fattibilità di Acque Bresciane indica come meno costosa la soluzione di Lonato, ma ambientalmente migliore quella di Gavardo-Montichiari. La Provincia di Brescia ha dato il proprio “imprimatur” politico alla soluzione Lonato.

Sia nell’ipotesi Gavardo-Montichiari, che in quella di Lonato, le acque finirebbero nel Chiese. Una possibile variante per Lonato è stata proposta da un gruppo di associazioni ambientaliste e suggerisce, invece di scaricare da Lonato direttamente nel Chiese (11 km di nuovo scaricatore) , di utilizzare il canale Arnò (che non ha sbocco e muore a Cavriana dopo avere irrigato 3.300 ettari mantovani) e collegarlo poi con il Virgilio (3 km di collegamento da costruire), le cui acque vengono dal Mincio e scorrono in direzione di Casalmoro, cioè verso il Chiese.

«Per ora non entriamo in decisioni tecniche – spiega ancora Galeotti. E non siamo contro l’intervento di…