Covid, quattro classi in isolamento a Viadana

Alcuni ragazzi del Sanfelice risultati positivi. La sede principale resterà chiusa fino a sabato: attivata la didattica a distanza per tutti  

VIADANA.Quattro classi dell’istituto superiore Sanfelice (tra polo tecnico-professionale di via Roma e liceo di via Vanoni) sono state poste in isolamento fiduciario, per la presenza di alcuni ragazzi positivi al Covid test. Il rientro in classe degli studenti interessati sarà non prima di quattordici giorni. La sede centrale (istituto tecnico-economico di viale Sanfelice) resterà invece prudenzialmente chiusa sino a sabato, con contestuale attivazione della didattica a distanza per tutti.

Le classi Ite in isolamento fiduciario dovevano in realtà essere solo due; ma si è rilevata la necessità di approfondire la situazione, e pertanto ieri pomeriggio le famiglie hanno ricevuto la comunicazione relativa alla chiusura delle aule.

Gli studenti Ite verranno invitati a sottoporsi a test. Non è facile individuare l’origine dei contagi; pare tuttavia poco verosimile che la trasmissione del virus sia avvenuta in ambito scolastico: in istituto vengono rigorosamente applicati i protocolli di protezione sanitaria (percorsi differenziati di ingresso e uscita da scuola, igiene delle mani, utilizzo delle mascherine, frequenti ricambi d’aria, permanenza nelle rispettive classi per la ricreazione, eccetera), e non si sono mai verificati contagi in classe dall’inizio dell’anno scolastico.

Secondo alcuni genitori, l’ipotesi più probabile è che i contatti a rischio si siano verificati sui mezzi di trasporto pubblico. Va ricordato che (dal 26 aprile scorso, col rientro della Lombardia in zona gialla) la didattica a distanza non può superare il 30%, e di conseguenza il numero degli studenti in movimento per andare a scuola è sensibilmente aumentato.

Secondo altri, i contatti a rischio sarebbero in verità quelli in ambito extrascolastico: gli assembramenti con gli amici nel tempo libero a mascherine abbassate, oltre che la vita in famiglia.

C’è anche chi si chiede se, mancando ormai praticamente solo un mese alla fine delle scuole, non sarebbe stato opportuno arrivarci con lezioni in presenza al 50%: l’ultimo sacrificio, nella speranza che dal prossimo anno scolastico i ragazzi abbiano finalmente la possibilità di tornare in classe senza più limitazioni.

Secondo il primario emerito Nicola Taurozzi, per evitare problemi sarebbe in ogni caso opportuno adottare misure ulteriori a protezione delle scuole: «Le riaperture in presenza – spiega il docente – dovevano essere affiancate da un piano di vigilanza e monitoraggio, mediante il tracciamento degli studenti con tamponi salivari molecolari, così come avviene in Francia, Germania e Gran Bretagna». Nei Paesi citati, il tracciamento degli alunni avviene su base settimanale; secondo Taurozzi sarebbe necessario eseguire il test all’ingresso a scuola almeno ogni quindici giorni.