Multe, affitti, imposte: in crescita gli arretrati a Mantova, volano a 36 milioni

Il fondo costituito per i crediti inesigibili ha raggiunto quota 36 milioni di euro. Recupero in calo negli ultimi anni: l’anno scorso solo il 14%

MANTOVA. Una montagna di soldi. È quella formata dai crediti che il Comune difficilmente riuscirà a riscuotere. Si tratta di 36 milioni di euro costituiti da multe stradali, sanzioni amministrative, imposte, canone, rette e affitti accumulatisi negli anni (le bollette di rifiuti e gas gravano sul bilancio Tea). E che costringono il Comune a costituire, in parallelo, il fondo crediti di dubbia esigibilità, immobilizzando risorse del suo bilancio di pari entità.

Questo fondo è stato istituito per legge dal 2015 e, quindi, è da quell’anno che Via Roma ha cominciato a contabilizzare i suoi crediti che, tuttavia, provengono da lontano. Per dare l’idea della dimensione del problema, l’arretrato maturato solo l’anno scorso è stato di sei milioni e mezzo di euro. Tra questi, circa due milioni e mezzo riguardano contravvenzioni stradali.

Nei 36 milioni figurano nove milioni di sanzioni amministrative per le escavazioni abusive a Valdaro da parte della società Gt Immobiliare che risalgono ad alcuni fa. E figura anche il milione che la cartiera Villa Lagarina dovrebbe pagare per gli abusi edilizi commessi per riavviare l’ex Burgo. Le multe per le infrazioni al codice della strada la fanno da padrone con ben 14 milioni di euro di arretrato, seguite dalle imposte sugli immobili e sui servizi indivisibili, Imu e Tasi, giunte rispettivamente a un non riscosso di otto milioni e di 500mila euro.

Ci sono poi gli affitti degli alloggi popolari, degli altri immobili e di quelli dati in concessione che presentano una mancata entrata di un milione e 200mila euro. Il canone per l’occupazione di suolo pubblico arretrato ammonta a 200mila euro. E c’è poi l’imposta sulla pubblicità non pagata per 250mila euro, così come le rette di asili nido e di altri servizi hanno lasciato via via per strada 150mila euro.

A tutto questo si devono aggiungere altri due milioni e 800mila euro che potrebbero gravare sul Comune se i contenziosi attualmente aperti si risolvessero a suo sfavore. Va ricordato che il Comune ha anche crediti “buoni” come gli 11 milioni da Tea (dividendi, concessioni per impianti, ecc.) garantiti da una fideiussione e quelli nei confronti di altri enti (Stato e Regione) come contributi soprattutto per gli investimenti, conteggiati in 5 milioni e mezzo. «Tra questi – dice il vicesindaco e assessore al bilancio Giovanni Buvoli – c’è anche il milione per Mantova capitale della cultura che sta arrivando con il contagocce ma che arriverà».

A preoccupare è l’arretrato su cui il Comune cerca di agire con una costante opera di recupero. «È sempre difficile avere i soldi – dice Buvoli – prendiamo gli affitti arretrati degli alloggi popolari: si tratta di persone fragili che non hanno risorse. Prendiamo il campo nomadi: abbiamo incaricato una società privata, la Cerved, di fare accertamenti sui…