Mantova, parla l’autrice del rogo: «Ero esasperata, adesso non mi do pace»

Sette auto bruciate e tanta paura tra i residenti in via Ariosto. A parlare per la donna è il suo avvocato: la 54enne, che si è presentata spontaneamente in caserma, dovrà rispondere del reato d’incendio

MANTOVA. «Ero esasperata. Adesso vorrei soltanto poter riportare il tempo indietro alle cinque di domenica mattina». L’ora in cui in via Ariosto, nel quartiere di Valletta Valsecchi, è divampato l’inferno. Sette auto bruciate e tanta paura tra i residenti. A parlare per la donna è il suo avvocato: la 54enne, che si è presentata spontaneamente in caserma, dovrà rispondere del reato d’incendio. A innescarne la furia, il risentimento verso l’ex compagno, al termine di una relazione durata una decina di anni. Relazione tormentata, finita qualche mese fa. «Non è stata una vendetta sentimentale – riferisce l’avvocato – ma un gesto dettato dall’irriconoscenza dell’uomo, che continuava a usare la sua macchina pretendendo che fosse lei a pagare le multe». Voleva farsi giustizia da sé, mettendo fine a un torto che le bruciava come una beffa. L’ennesima di un rapporto squilibrato, nella quale era lei a garantire il tenore di lui, come fa intendere l’avvocato.

L’auto che la 54enne voleva ridurre in cenere era sua, lo era ancora formalmente, nonostante l’ex compagno sostenesse di aver effettuato il passaggio di proprietà. Continuando a guidarla con disinvoltura, incurante di limiti e divieti. Tanto le sanzioni non sarebbero arrivate a lui.

Racconta l’avvocato come, prima di cedere alla rabbia, la sua assistita avesse cercato una soluzione altra: l’idea era quella di recuperare la chiave di scorta dell’automobile per andarsela a riprendere. Peccato che il suo ex si fosse portato via pure quella. E così la furia ha rotto gli argini della ragionevolezza. Come accertato dai carabinieri, la donna si è procurata la benzina, ha guidato fino a via Ariosto e ha appiccato il fuoco, senza immaginare che le fiamme potessero aggredire anche le altre macchine parcheggiate.

«Non si dà pace, non riesce più a dormire – continua l’avvocato – ha realizzato di aver fatto una cosa grossa, enorme, ed è in pena per le persone a cui ha bruciato l’auto». Vittime incolpevoli di una furia privata. —