Ricorsi anti-bonifiche: il Consiglio di Stato boccia ancora Edison

Ricorso « inammissibile» e

condanna a rifondere le spese alle controparti per un totale di 30mila euro. Si chiude così l’ennesima battaglia legale di Edison spa per le bonifiche del sito di interesse nazionale “Polo chimico laghi di Mantova”. Ed è ancora una volta il Consiglio di Stato ad esprimersi sulla richiesta di revoca di una sentenza dell’aprile 2020 che confermava quanto già ribadito dal Tar: gli interventi nel Basso Mincio (escluso il canale Sisma per il quale l’azienda ha già a suo tempo concluso una transazione con il ministero dell’ambiente) devono essere pagati da Edison, quale soggetto responsabile della contaminazione individuato dalla Provincia. Le ordinanze di Palazzo di Bagno contestate riguardavano sette aree contaminate da mercurio derivato dall’impianto cloro-soda, in funzione dal 1957 al 1991, gestito dall’inizio della produzione sino al 1989 da società del gruppo Edison, dal 1989 al 1990 da una joint-venture fra i gruppi Edison ed Eni. Per questo inquinamento la Provincia di Mantova, ente competente, ha individuato come responsabile della contaminazione, per una percentuale pari al 99,57 per cento, Edison e con una serie di provvedimenti le ha imposto di procedere alla messa in sicurezza e bonifica di una serie di strutture e discariche. Di qui il ricorso al Tar, bocciato, il primo appello al Consiglio di Stato, bocciato, e quest’ultima impugnazione sempre al Consiglio di Stato affiancata da un ricorso in Cassazione a sezione riunite.

Questi ultimi due ricorsi, che vengono presentati solo per casi straordinari, hanno in sostanza consentito all’azienda di contestare ancora tutti i provvedimenti degli enti che costringono Edison a pagare il disinquinamento che verrà attuato dagli enti grazie ai 18 milioni destinati a Mantova dal ministero dell’ambiente. L’ultima bocciatura è del 4 marzo. —