Accordo Corneliani: «Evitato il baratro. I prossimi sei anni scommessa di tutti»

MANTOVA. «Oggi potevamo svegliarci con la Corneliani in liquidiazione e invece abbiamo davanti sei anni per la riorganizzazione e il rilancio post-pandemia mentre stiamo attraversando la più grande crisi tessile mai avvenuta». All’indomani dell’accordo per il salvataggio, il segretario generale della Filctem Cgil Michele Orezzi, protagonista di questa vertenza ai tavoli come ai cancelli, guarda già alle prospettive di crescita.

È vero che fino all’ultimo la trattativa ha rischiato di saltare?

«È stato così, fino all’ultimo l’accordo era in bilico. L’importante però è quello che alla fine si scrive tutti insieme e in questo caso è un accordo che delinea sei anni di futuro della Corneliani: il 2021 con ancora la Corneliani srl, la procedura di concordato e il passaggio nella newco e i cinque anni in cui Invitalia sarà socio con il 49% della nuova società e siederà nel cda. Anni che saranno di riorganizzazione e rilancio e quando lo Stato uscirà, la Corneliani dovrà essere abbastanza forte per camminare con le sue gambe. È la scommessa comune sottoscritta con l’accordo».

Quale era l’alternativa?

«Il baratro. L’accelerata data dopo l’ultimo tavolo al Mise è perché, come più volte ripetuto dal commissario Gasparini, che ringrazio per il lavoro di questi mesi, la procedura concorsuale prevede una serie di passaggi formali non più rinviabili. Per questo l’alternativa sarebbe stata solo la fine della Corneliani con l’apertura di una ferita sociale e industriale che Mantova non poteva permettersi. Il concordato in continuità era lo scenario migliore auspicato sin dal 21 luglio ed esserci arrivati in zona Cesarini significa aver portato a casa l’alternativa alla liquidazione».

Oltre al tempo, quali erano gli altri paletti?

«Una trattativa all’interno di un pre-concordato con scadenza settimana prossima non è come qualsiasi altra. Si è dovuto tener conto di una serie di paletti che rappresentano i prossimi step su cui nel 2021 la procedura sarà chiamata a dare il via libera definitivo per la nascita della newco a fine anno. Ma in cinque giorni siamo riusciti a inserire nel testo quelli che erano i punti fermi della mobilitazione dei lavoratori».

Li ricordiamo?

«Che nessuno viene lasciato indietro, che la gestione della ristrutturazione è spalmato su più tempo possibile, che Mantova resta al centro. In poche parole quanto era già previsto dall’accordo del 19 novembre 2019: tenere insieme il futuro della fabbrica con una gestione esclusivamente volontaria degli esuberi accompagnati da tutti gli ammortizzatori sociali possibili che saranno spalmati sulla Corneliani srl e sulla newco per accompagnare l’azienda fuori dalla crisi del settore».

Il fattore tempo continua ad essere determinante: quello del tribunale, quello in più conquistato dai lavoratori e ora quello della ristrutturazione…

«Assolutamente sì, se tutto andrà come auspicato dal tavolo e dal ministro lungo le tappe del 2021, ci saranno da gestire almeno nel prossimo triennio la ristrutturazione e la riorganizzazione aziendale con tempistiche idonee ai passaggi di competenze e alla conservazione del know how che è la vera…