La Rsa di Schivenoglia: «Gli anziani sono soli? Vaccinate i loro figli»
[ad_1]
I figli di chi è ospite in Rsa non sono stati, né verranno vaccinati a breve, quindi non potranno ricongiungersi con gli anziani genitori
SCHIVENOGLIA. «Quello ai parenti degli ospiti delle case di riposo è un vaccino contro la solitudine»: a dirlo è la fondazione Scarpari Forattini che gestisce la residenza sanitaria assistenziale di Schivenoglia. Il tema è il fatto che i figli di chi è ospite in Rsa non sono stati, né verranno vaccinati a breve, quindi non potranno ricongiungersi con gli anziani genitori. Con la prima fase di vaccinazioni, iniziata a dicembre 2020, sono stati coperti gli operatori e gli ospiti delle Rsa, oltre ad altre categorie inerenti il volontariato e la sanità.
La successiva fase di somministrazione ha individuato cinque categorie di soggetti, alle quali deve essere offerta la vaccinazione secondo un ordine di priorità progressivo, che include le persone fragili e poi procede in ordine di età, fino ai 60 anni.
«I figli di un ospite di una casa di riposo hanno generalmente tra i 40 e i 65 anni – dicono dalla fondazione – e pertanto non rientrano in nessuna delle categorie identificate come prioritarie, salvo i casi particolari di estrema vulnerabilità. Uneba, organizzazione di categoria del settore sociosanitario, assistenziale, chiede ancora una volta che sia modificato il piano vaccinale».
[ad_2]
Read More: La Rsa di Schivenoglia: «Gli anziani sono soli? Vaccinate i loro figli»