Pandemia e isolamento: orti sociali a ruba e verdure in collettività

Il Comune, dopo aver assegnato 30 appezzamenti, ne concede altri 4 che verranno gestiti da un gruppo di vicini

SAN GIORGIO BIGARELLO. Niente pranzi e cene insieme. Guai agli aperitivi e alle tombolate. E allora facciamo l’orto in compagnia. C’è voglia di aggregazione, di uscire di casa e di stare in mezzo al verde, anche se solo sotto le finestre.

Ed è così che l’isolamento coatto di questo ultimo anno ha spinto anche la voglia di fare l’orto, meglio se in collettività.

Un anno fa il Comune di San Giorgio Bigarello aveva predisposto un’area verde, in via Don Bosco/via Divisione Acqui a Mottella, dietro il centro polivalente Pertini, dove c’era l’ex colonia elioterapica .

Si tratta di un’area di 4937 metri quadri, divisa in due parti, una di 3300 mq, sulla quale sono stati realizzati gli orti, l’altra di 1637 mq che resterà a verde. Sui 3300 mq tra via don Bosco e via Divisione Acqui sono stati ricavati 30 appezzamenti da 35 mq ciascuno. Questi sono stati tutti assegnati, gli ultimi un paio di mesi fa, a 17 famiglie che ne hanno fatto richiesta. Ma sono arrivate altre domande.

Un intero nucleo di villette a schiera, su via Togliatti, ha chiesto 4 appezzamenti da gestire in collettività. Quindi il Comune ha messo a disposizione altri 140 metri quadri per l’appezzamento “orti sociali di vicinato” di cui godranno le quattro famiglie.

Una sorta di comune delle verdure: ognuno semina e raccoglie i propri prodotti, però si condividono gli strumenti, ci si aiuta nell’irrigazione, ci si dà una mano a estirpare erbacce e poi si chiacchiera, ci si porta i nipotini. Terreno a costo zero, c’è solo il rimborso del consumo di acqua. «Gli appezzamenti sono andati a ruba soprattutto nell’ ultimo anno, complice forse la pandemia – commenta il vicesindaco Barbara Chilesi – E adesso un gruppo di vicini ha chiesto un terreno comune. Una bella notizia, che testimonia innanzitutto di buoni rapporti di vicinato e di voglia di stare insieme facendo qualcosa di utile».

«Siamo tutti vicini che si conoscono da tempo, ci vediamo tutti i giorni – racconta Bruno Agosti, uno dei titolari dell’orto sociale di vicinato – Siamo quasi tutti pensionati, condividiamo gli attrezzi per non comprarne di inutili e quando uno va in vacanza, l’altro provvede a innaffiare. E poi, siccome i figli lavorano, qui ci portiamopure i nipotini. L’orto è anche un’attività educativa oltre a essere utile». —

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