Mantova, l’iper Gigante apre a Pasqua. I sindacati denunciano: «Irresponsabili»

Cgil, Cisl e Uil si appellano ai sindaci e invitano i cittadini allo sciopero della spesa. A Pasquetta l’elenco sarà più lungo: «Così altre occasioni di assembramento»

MANTOVA. «Illogica e pericolosa». La Pasqua all’ipermercato è un ossimoro, un testacoda dei diritti e, nell’orizzonte attuale, anche un azzardo sanitario. L’indice dei sindacati è puntato contro le insegne della grande distribuzione organizzata che hanno deciso di tirare dritto, come se nulla fosse accaduto nell’ultimo anno. Come se l’Italia tutta, dal 3 al 5 aprile, non fosse destinata a colorarsi di rosso.

In particolare, sotto la lente dello sconforto c’è l’ipermercato Il Gigante, nel perimetro del centro commerciale Quattroventi, che ha già comunicato ai lavoratori l’apertura pasquale (al mattino), ma tante altre insegne accoglieranno i clienti il lunedì di Pasquetta. Tra le altre, Tosano, Lidl, Eurospin e Aldi. Talmente azzardata, la mossa, da sollecitare l’intervento dei sindaci, e appellarsi alla responsabilità dei cittadini/consumatori.

«È una scelta irrispettosa nei confronti dei dipendenti – denunciano Roberta Franzini e David Gabbrielli (Filcams Cgil) – esposti al contagio sin dalla prima ondata, quando mancavano anche i dispositivi di protezione individuale. La legge permette agli ipermercati di restare aperti? In zona rossa gli spostamenti dovrebbero essere dettati esclusivamente da motivi di necessità. Ci appelliamo alla clientela, perché rinunci alla spesa nei giorni di festa, soprattutto adesso che il virus è tornato a circolare in maniera aggressiva».

Vero, come ribadito da diverse sentenze, il contratto collettivo del commercio riconosce ai lavoratori il diritto a riposare nei giorni di festa, ma quest’anno lo scollamento con la realtà è totale, definitivo. Quest’anno vince il bisogno di lavorare: «Tanti dipendenti accetteranno loro malgrado – prevedono Franzini e Gabbrielli – il Covid ha riportato l’orologio della crisi al 2009, una larghissima fetta di imprese ha fatto ricorso e ancora utilizza gli ammortizzatori sociali, le famiglie si sono impoverite. Insomma, non ci sono le condizioni per rifiutarsi di prestare servizio a Pasqua, i 40/50 euro di paga servono».

«A Pasqua e Pasquetta iper e supermercati dovrebbero stare chiusi a prescindere – osserva Daniele Grieco (Uiltucs) – a maggior ragione in questa situazione di emergenza sanitaria. Di fronte a norme nazionali che limitano gli spostamenti per disinnescare i contagi, dovrebbero intervenire i sindaci con delle ordinanze specifiche che impediscano sul nascere occasioni di assembramento, schierando la polizia locale. E anche i consumatori dovrebbero fare la loro parte, con uno sciopero della spesa. È una questione di dignità e rispetto».

«Che senso ha tenere aperto a Pasqua e Pasquetta in zona rossa? La gente non potrebbe nemmeno muoversi – ripete Gildo Comerci (Fisascat Cisl) – ai dipendenti che nella lettera d’assunzione non hanno l’obbligo del lavoro…