Dietrofront sui poli vaccinali,  sindaci: «Ci sentiamo beffati. Perse settimane

Con le nuove regole solo 5, 6 maxi centri. Bozzolo candida la palestra Castello. Corsa contro il tempo nel Destra Secchia. «Ma non ci arrendiamo così»

MANTOVA. Arrabbiati per la situazione di incertezza, le perdite di tempo prezioso, i continui cambi di rotta. In una parola, con il caos sui poli vaccinali minori, prima fortemente sollecitati ed ora che sono pronti a partire, stoppati d’improvviso. Ma anche convinti di poter dimostrare maggiore efficienza dei sistemi troppo centralizzati e che proprio dal basso, dai cittadini, siano venute le risposte più vere.

«Solo nel Destra Secchia oltre cento cittadini si sono messi a disposizione – dice con amarezza il sindaco di Quistello Luca Malavasi a nome dei colleghi -. Medici, infermieri, volontari, pronti a tirarsi su le maniche. Li ringraziamo uno per uno, sono il segno di comunità vive. Ma adesso si sentono beffati, e noi pure». La rabbia dei primi cittadini è emersa in una seguitissima diretta Facebook dei sindaci della Bassa ieri pomeriggio nel quale è stato ribadito che i piccoli poli devono poter aprire. Perché ogni territorio ha le sue caratteristiche. Un contatto diretto con i propri cittadini nel quale sono emerse le criticità di questa fase. Che ora, dopo che da gennaio i Comuni venivano sollecitati a mettere a disposizione dei punti vaccinali, vede un netto dietrofront a causa del nuovo gestore della piattaforma prenotazioni, Poste italiane, che accetterà di lavorare solo con centri vaccinali di medie o grandi dimensioni: almeno sei linee vaccinali e quindi circa mille metri quadri di superficie.

«Noi nel Destra Secchia ci siamo rimessi alla ricerca – dice Alberto Borsari, sindaco di Borgo Mantovano -. Dopo avere lavorato per trovare i luoghi, mobilitato volontari, medici, infermieri, ora a malincuore ripartiamo da capo». L’idea sarebbe raddoppiare le linee dell’ospedale di Pieve di Coriano da 2 a 4, mantenere l’X Ray One di Poggio Rusco (2 linee) e trovare un polo in un palatenda o palazzetto dello sport. «Ci siamo dati questo week end per ragionarci» conclude Borsari. Chi non ha perso tempo è invece Giuseppe Torchio. Il sindaco di Bozzolo ha proposto il Palasport Castello: 2000 mq coperti, 4000 mq di parcheggio, collegamento alla Statale 10 Padana Inferiore, treno con fermata di tutti i diretti e pista elicotteri. Se passerà, potrebbe accogliere i cittadini dell’area Oglio Po. L’Alto Mantovano ha già la palestra Caglio, gestita dal gruppo privato Mantova Salus: «Oggi sono 5 linee su due turni, ma potrebbero passare a sei. Ci siamo già sentiti con il sindaco, Ats ed Asst» ha spiegato ieri il direttore operativo Michele Nicchio.

L’Asolano potrebbe fare riferimento al Palasport di Castel Goffredo. «Ci sono spazi per attivare sino a dieci linee – spiega il sindaco Achille Prignaca ed abbiamo già trovato medici, infermieri e volontari». La zona del Suzzarese, farebbe infine riferimento al nuovo polo alla Fiera Millenaria di Gonzaga, che aprirà l’11 aprile. Tutto il…