Ep e il progetto della centrale «Ampliamento necessario»

Il direttore Bellocchio: «Se non si dovesse fare perderemmo competitività» Il potenziamento («non è un raddoppio») servirebbe come riserva energetica

OSTIGLIA. La società Ep produzione ha presentato in una diretta on line il progetto per ampliare la centrale di Ostiglia: «È necessario per la transizione ecologica e porterà un miglioramento ambientale», ha detto Andrea Bellocchio, direttore operativo di Ep. Ma nei commenti dei cittadini durante la diretta, i dubbi restano forti.

Proprio a partire dalla transizione ecologica, Bellocchio ha spiegato la necessità dell’intervento. Il nuovo gruppo servirebbe come “riserva”. Si punta ad avere una capacità di generare energia, da utilizzare nei momenti critici. «È un progetto importante per il territorio, sia per una questione ambientale, sia per il futuro dell’impianto di Ostiglia – ha esordito il direttore che poi ha tracciato la storia della centrale dalla costruzione nel 1969 – il miglioramento a livello ambientale è stato costante, con l’introduzione del gas e poi il totale abbandono dell’olio combustibile. Oggi sono in funzione tre unità a ciclo combinato, noi proponiamo la realizzazione di un quarto gruppo, più lontano dal paese».

Poi ha spiegato il contesto energetico: «Si passa da fonti fossili a rinnovabili, ma si chiama transizione e deve essere forzosamente gestito. Prevede incremento di fonti rinnovabili e riduzione di quelle fossili, ma preservando la capacità di produrre energia. L’impianto che proponiamo è necessario a garantire questa transizione, limitando e riducendo l’impatto ambientale, mantenendo i prezzi dell’energia costanti ed evitando black out sulla rete. La produzione di energia pulita, solare ed eolico, ha differenze forti da un giorno all’altro a seconda delle condizioni climatiche, non governabili. Questo può provocare problemi di disponibilità energetica sulla rete, se non viene gestito. Serve una capacità produttiva per rispondere a queste criticità. In sostanza non si tratta di produrre una determinata quantità di energia, ma avere la capacità di produrla, come riserva, in una determinata situazione che lo richieda. Questa riserva permette la crescita delle rinnovabili. Serve potenza programmabile. E qui nasce il progetto dell’unità 5 di Ostiglia».

Nello specifico il progetto prevede l’installazione di un nuovo impianto turbogas di ultima generazione. Adatto a operare in caso di sbalzi di potenza sulla rete. «La potenza massima del nuovo gruppo è di 900mega watt – continua Bellocchio che poi passa al nodo centrale: le emissioni – quelle di ossido di azoto saranno di 10 newton metro (nm) anziché di 30 nm come le esistenti. Per bilanciare quanto stiamo chiedendo come autorizzazione fermeremo l’unità uno (verrà usata solo in caso di guasto alle altre) e ci impegniamo a fare degli adeguamenti sulle unità esistenti per portare le emissioni da 30 a 18 nm». Si tratta dell’inserimento dei catalizzatori Scr. «Quindi la centrale non raddoppia»,…