Canedole dice addio a Franco Donatelli, ristoratore per passione

Il ricordo della figlia: «Mio padre faceva amicizia con grande disinvoltura, sia con gente della sua generazione sia con i giovani. Ci sapeva fare, era un grande oratore, amava raccontare storie e il contatto con la gente. Sì, gli piaceva proprio stare in mezzo alle persone. È un peccato non poterlo salutare come avremmo voluto»

Depo 50 Bonus 50 adalah situs judi online terpercaya https://raovatminnesota.com/slot-bonus/ dengan bonus 100% yang bisa kalian dapatkan di Depo 50 Bonus 50 dengan To Kecil yang bisa kalian mainkan di situs Depo 50 Bonus 50. Dengan bermain Disitus Depo 25 Bonus 25 Kamu bisa bermain di semua game yang di tawarkan di situs Depo 50 Bonus 50 dengan To Yang rendah. Depo 50 Bonus 50 juga memberikan pelayanan yang terbaik bagi kalian dalam bermain di situs Depo 50 Bonus 50 dengan pelayanan terbaik kepada semua member yang bermain di Depo 50 Bonus 50 slot gacor. Di Depo 25 Bonus 25 kalian juga bisa mengambil bonus harian yang di sediakan di situs slot Depo 25 Bonus 25 yang bisa kalian mainkan ke semuagame slot online yang ada.

ROVERBELLA (CANEDOLE). Se l’ultimo pensiero è andato alla famiglia, le ultime parole sono state per il ristorante, aperto e chiuso a intermittenza a seconda dell’aggressività del virus: «È venuta gente stasera?». Uomo d’altri tempi, Franco Donatelli, per il quale mestiere, affetti e quotidianità combaciavano, erano elementi della stessa passione per la vita.

Titolare dell’omonima trattoria, avviata nel 1900, Franco avrebbe compiuto 85 anni tra qualche mese. La notizia della sua morte ha commosso amici e clienti, la larga famiglia che gravitava attorno al ristorante di piazza 24 Maggio, tra i tavoli e al bancone del bar. Passione tenace, quella di Franco, e della moglie Bruna, che adesso continuerà a camminare sulle gambe delle figlie Romana e Katia, cresciute tra la cucina e la sala del locale: la prima ha iniziato a lavorarci dopo il diploma, l’altra sorella è tornata dopo essersi laureata e aver sperimentato un orizzonte diverso.

«Mio padre era molto socievole – racconta Katia – parlava con tutti, faceva amicizia con grande disinvoltura, sia con gente della sua generazione sia con i giovani. Ci sapeva fare, era un grande oratore, amava raccontare storie e il contatto con la gente. Sì, gli piaceva proprio stare in mezzo alle persone. È un peccato non poterlo salutare come avremmo voluto». Con un abbraccio largo, collettivo. In mezzo alla sua gente.