Dugoni, il Comune di Mantova chiede la fideiussione al gestore per i lavori

La società: stiamo dialogando per una soluzione condivisa. E per la riapertura estiva stiamo aspettando solo il governo

MANTOVA. Non c’è ancora accordo tra Comune e Sport Management, che gestisce la piscina Dugoni, sui lavori da realizzare nell’impianto per tener fede al patto che ha consentito, l’estate scorsa, di aprire il centro natatorio pur in presenza di gravi difficoltà economiche create dal Covid a tutti i gestori di piscine. Il Comune, inoltre, ha chiesto alla società una fideiussione ed è in attesa di una risposta.

Questa situazione di incertezza, unitamente alla chiusura delle piscine a causa della pandemia che non arretra, sta creando molta preoccupazione tra i tanti frequentatori orfani dell’impianto. Il timore è che senza quei lavori la piscina non riapra e, quindi, che si prospetti un peggioramento della situazione dell’anno scorso quando la Dugoni riaprì solo a metà luglio e i mantovani che non potevano permettersi una vacanza al mare furono costretti a trascorrere la prima parte dell’estate a secco.

Per quanto riguarda i lavori, Sport Management ieri ha fatto sapere che i suoi uffici tecnici e quelli del Comune «stanno dialogando per arrivare ad una soluzione condivisa». Per l’apertura dell’estivo l’azienda si dice «in trepidante attesa di sapere le future decisioni da parte del governo su un’ipotetica riapertura degli impianti». Sport Management, «tramite il sindacato Sigis, sta discutendo con il governo in tal senso».

E il Comune? «Il contesto in cui ci muoviamo non è certo facile» dice il sindaco Mattia Palazzi. La società ha fatto ricorso alla procedura concorsuale e ha ottenuto, di recente, dal Tribunale di Verona la proroga di un mese (scaduta il 22 marzo, ndr.) per il deposito del piano e della proposta di concordato preventivo, in continuità aziendale. Il tutto durante la pandemia, periodo nel quale il legislatore ha adottato una serie di norme a vantaggio delle società.

«Per tutelare il Comune – dice Palazzi – ho chiesto che la società presenti una fideiussione, che garantisca la realizzazione dei lavori per 800milaeuro, in modo che, se la concessione proseguirà e la società non farà i lavori, il Comune potrà escutere la polizza ed eseguire le opere. È oggettivamente una corsa ad ostacoli, sia il tempo, sia con la normativa emergenziale Covid, sia con la procedura concordataria».