La Rsa di Schivenoglia racconta il suo anno terribile: «Mancava tutto, poi ecco le

La Fondazione Scarpari Forattini ripercorre il 2020 con la sua scia di lutti e gli slanci di solidarietà

SCHIVENOGLIA. « Le donazioni ci hanno permesso di affrontare questo anno, ci sono stati momenti drammatici»: è quanto emerge dal racconto di un anno terribile, quello della lotta al Covid-19, fatto dalla Fondazione Scarpari Forattini. Con un primo impatto in cui alla Rsa mancava tutto, dalle mascherine ai dispositivi medici, per far fronte al nuovo invisibile nemico. Un nemico che in questa struttura si è insinuato, strappando alla vita molti degli anziani residenti, tra marzo e aprile 2020.

«Come dimenticare le giornate passate al telefono e le innumerevoli mail inviate ai più disparati indirizzi, alla ricerca di dispositivi di protezione individuale che ci consentissero di svolgere il nostro lavoro in maggior sicurezza – si legge nel racconto diramato dalla Fondazione – come dimenticare le numerose assenze per malattia e i turni di lavoro massacranti. Ci sentivamo soli e impotenti».

A fronte di questa situazione, l’aiuto è arrivato dalle donazioni, determinanti per riprendere il controllo e continuare a garantire l’assistenza agli ospiti. Quasi 20mila euro le somme donate alla struttura e a quasi 12mila euro di materiale donato dai fornitori e da privati.

«In punta di piedi la macchina della solidarietà si è mossa. Sono iniziate ad arrivare le prime mascherine e le prime tute integrali da persone a noi vicine; poi si sono aggiunte quelle fornite dalle istituzioni: Protezione civile, Ats Val Padana e Regione per primi. Da fine 2020 Ats invia periodicamente test rapidi che ci consentono di avere una riposta immediata nel caso di comparsa di sintomi riconducibili a un possibile contagio».

Ma ancora determinanti, nei mesi successivi alla prima emergenza, sono state le donazioni, grazie alle quali la Rsa ha potuto dotarsi delle apparecchiature mediche necessarie: «In maggio Fondazione Comunità Mantovana ci ha donato 6 ventilatori polmonari non invasivi. Col passare dei mesi, grazie alle donazioni in denaro, abbiamo acquistato materiale e strumentazioni».

Dalla Fondazione ricordano anche i piccoli gesti di solidarietà e sostegno: «Le attività del paese hanno allietato alcuni giorni con pizze e dolcetti. Abbiamo valorizzato in termini economici tutto ciò che ci è stato donato e vogliamo ringraziare tutti». E le donazioni non si fermano. Recentemente sono arrivate un’idropulitrice e 16mila mascherine chirurgiche.