Calcio Serie C – Botturi: “Mantova, un ultimo sforzo per chiudere il cerchio”

MANTOVA Questa volta Christian Botturi indossa i panni del pompiere. Certo, ci vorrebbe la scorta di estintori (e anche belli potenti) per spegnere il fuoco della passione che in questi giorni sta travolgendo il Mantova e i mantovani. La missione è improba, ma il dt biancorosso ci prova. Perlomeno con la squadra: la Serie B è a un passo, ma guai a staccare la spina. Occorre un ultimo sforzo. A meno che il Padova non perda anche domani, il che basterebbe per consegnare la promozione matematica all’Acm. Ma questo non dipende dal Mantova, che deve concentrarsi su un’unica partita: quella di sabato (ore 18.30) contro l’Atalanta U23, in un Martelli sold out.
«Avvertiamo aria di festa – premette Botturi – , sarebbe stupido negarlo. Però una delle nostre massime, osservata in tutta la stagione, è la seguente: non pensiamo troppo in là, non curiamoci degli altri e ragioniamo partita per partita. Vale anche a questo giro. Il Padova gioca giovedì? Va bene. Noi saremo a cena, ma non in attesa del risultato. È la cena che facciamo ogni giovedì di fine mese, pagata da chi perde le sfide in allenamento. Il nostro focus dev’essere sull’Atalanta, avversario peraltro insidiosissimo, con giocatori che hanno già debuttato in Serie A. Vorranno rovinarci la festa».
Ma tutti, per primi in viale Te, sono consapevoli che il traguardo è lì lì per essere tagliato. «Si tratta di chiudere il cerchio – spiega Botturi – . Siamo partiti in estate con alcuni obiettivi: recuperare il tifo; portare i giocatori a un forte attaccamento alla maglia; creare un’identità di gioco ben definita. Personalmente avevo aggiunto: torniamo a far godere i mantovani. Bene, credo che la nostra missione sia stata centrata. Nel frattempo, all’interno di questa missione è nato un sogno. Che stiamo coltivando in silenzio e con la cultura del lavoro. Lasciateci lavorare affinchè questo sogno diventi realtà». Il dt biancorosso torna poi sul pareggio di Trento: «La piazza mantovana, come tutte, è umorale. Qualcuno ha storto il naso per questo risultato. Ma io vi dico che quel pareggio, unito a quelli di Novara e Vercelli, ci sta aiutando a chiudere il cerchio. A goccia a goccia si scava la pietra: si dice così, no? E poi c’è un particolare che voglio svelarvi: negli spogliatoi dopo la partita c’era un silenzio assordante, come se avessimo perso o fossimo ultimi in classifica. Io spero che questo silenzio sabato venga sprigionato in consapevolezza e volontà di gioire col proprio pubblico. Siamo al fotofinish di una stagione entusiasmante. Ricordiamoci da dove siamo partiti». Il dirigente bresciano, indubbiamente tra i principali artefici di questa annata magnifica, non è sorpreso dalla risposta dei tifosi: «Ringrazio i 200 che ci hanno aspettato al ritorno da Trento. E tutti quelli che in meno di un’ora hanno riempito il Martelli. Certo sarebbe stato ancora più bello avere a disposizione anche i distinti, ma fa niente. L’importante è che la squadra sia pronta e consapevole che l’ultimo passo dobbiamo ancora compierlo. Dunque, niente voli pindarici e massima concentrazione».