Il terzino del Mantova Maggioni, l’Albinoleffe lo scartò

È bergamasco di Alzano Lombardo e nell’Albinoleffe ha giocato da ragazzino, salvo poi essere “scartato” attorno ai 14 anni. Per Tommaso Maggioni, che domenica 4 febbraio prenderà di certo il posto dello squalificato Radaelli sulla corsia destra, quello di domenica dovrebbe essere un “derby” speciale. Invece il terzino del Mantova tiene a precisare che non cerca rivincite.

Porte e portoni

«In effetti all’Albinoleffe giocai credo fra i 10 e i 14 anni – racconta -, poi non fui confermato, non so perché. Quello per me fu uno stimolo per cercare di dare qualcosina in più e migliorare. Andai nel vivaio della Virtus Bergamo di D, poi mi notò la Sampdoria e in blucerchiato arrivai fino alla Primavera per poi fare il salto fra i grandi. Questa esperienza mi ha insegnato che non è retorica: a volte quando sembra si chiuda una porta si sta aprendo un portone. Per me comunque domenica sarà una partita come le altre, non amo guardare al passato ma vivere il presente». Presente che si chiama Mantova.

Non cambiamo

«A inizio stagione ero partito fortissimo (2 gol nelle prime tre giornate, ndr), non me lo aspettavo. Poi c’è stato l’infortunio, che fa parte del nostro sport, ma io da fuori ho cercato di crescere comunque, seguendo allenamenti e partite e cercando di apprendere i concetti nuovi del mister. E quando sono tornato in campo ho trovato una squadra cresciuta, che la vetta non ha cambiato: noi guardiamo a una gara per volta e a fare la migliore prestazione possibile».

L’arma in più

Domenica Maggioni si aspetta una sfida tosta: «L’Albinoleffe è una squadra organizzata, che ha le sue idee e cercherà di metterci in difficoltà, così come del resto faremo noi. Giocheremo in casa? Sì – sorride -, come sempre i nostri tifosi saranno più degli altri e per noi è importantissimo perché ci danno una carica ulteriore per affrontare la partita. Al Martelli quando alzi la testa e vedi quel muro biancorosso… Non ci sono parole per descrivere cosa si prova. E lo stesso è fuori casa: noi sentiamo i tifosi vicini a noi, loro sono lì a prescindere dall’orario, dal giorno, dal tempo e dall’avversario. Lottiamo insieme e siamo orgogliosi di rappresentare questa città e questo pubblico».