Finte cure anti Covid, doppia stangata

MANTOVA Tre anni cinque e mesi di reclusione ciascuno. Questo quanto deciso ieri pomeriggio dal giudice Chiara Comunale nei confronti di Cinzia Casini, trentenne di Montecchio Emilia, all’epoca dei fatti (un periodo compreso tra il settembre 2019 e l’aprile 2020) medico di base al centro Iris di Castel Goffredo, e Giovanni Ruggeri, pensionato settantenne anch’egli residente a Montecchio Emilia. I due erano finiti a processo con le accuse di truffa aggravata in concorso e, nel solo caso del secondo imputato, esercizio abusivo della professione medica; ipotesi di reato queste per le quali nel novembre 2020 erano finiti prima agli arresti domiciliari e quindi sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di dimora. Nello specifico, secondo il quadro delineato dagli inquirenti, i due avevano venduto a decine di pazienti del medico, tutti residenti nel territorio mantovano, costose terapie nutraceutiche (inteso con tale accezione un prodotto contenente una o più sostanze normalmente presenti negli alimenti, ma rese disponibili in una forma farmaceutica che le contiene in forma dosata, concentrata e purificata) per la cura di svariate patologie tra cui anche infezioni polmonari da Covid. Accuse queste, sempre ricusate dagli imputati in corso d’istruttoria dibattimentale; in particolare il medico, in sede di esame, aveva ribadito di aver agito sempre in totale autonomia nonché nel pieno rispetto della deontologia professionale circa la prescrizione ai propri pazienti di dette terapie nutraceutiche. Una linea ripercorsa altresì dalle difese, sostenute nella circostanza dagli avvocati Filippo Teglia del Foro di Spoleto per Casini e il virgiliano Andrea Pongiluppi per Ruggieri, i quali per i propri assistiti avevano chiesto l’assoluzione piena. Un verdetto di condanna più pesante però, quello giunto all’esito della camera di consiglio, rispetto a quanto proposto nella precedente seduta dal pubblico ministero Paola Reggiani che al termine della propria requisitoria aveva avanzato per entrambi una richiesta di pena pari a tre anni e due mesi a testa.