Farmaci letali a pazienti Covid, il medico assolto anche in appello: «E’ la fine

La Corte d’assise d’appello di Brescia ha confermato l’assoluzione nei confronti di Carlo Mosca, medico arrestato nel 2021 quando era primario del pronto soccorso di Montichiari, nel Bresciano (è stato anche medico del pronto soccorso dell’ospedale Carlo Poma di Mantova) e finì ai domiciliari con l’accusa di aver ucciso due pazienti Covid iniettando loro farmaci incompatibili con la vita.

Il sostituto procuratore generale in mattinata aveva chiesto ai giudici di disporre una perizia per valutare l’effettiva presenza su una delle vittime del farmaco Propofol o in alternativa senza rinnovazione dibattimentale, di confermare la sentenza di primo grado e quindi l’assoluzione per il medico che è stato quasi un anno e mezzo ai domiciliari e per il quale in primo grado la pm Federica Ceschi aveva chiesto 24 anni di carcere

Per i giudici di primo grado il medico era stato vittima di “un’accusa calunniosa di omicidio” da parte di due infermieri per i quali sono stati trasmessi gli atti in procura per il reato di calunnia.”La minima quantità di Propofol ritrovata in uno dei due pazienti è un falso positivo oppure era effettivamente presente? Credo che avere una risposta definitiva sarebbe importante. Serve una perizia per capire se il Propofol sia stato somministrato quando era in vita, se ha raggiunto il cervello o se invece è stato somministrato post mortem” ha detto il sostituto pg.

«Per me è la fine di un incubo durato anche troppo». Questo il primo commento di Carlo Mosca. «La mia vita privata e professionale ha subito un duro colpo, ma non è detto che non ci sia ancora tempo per recuperare. Credo che nella vita sia sempre importante uscire a testa alta come mi succede oggi dopo che i giudici hanno confermato l’assoluzione», ha aggiunto. Mosca era stato accusato da due infermieri dell’ospedale di Montichiari (Brescia) che, dopo la trasmissione degli atti in Procura, sono indagati per calunnia.