Mantova-Albinoleffe è un tuffo nel passato: «Match speciale ma non cerchiamo

Soltanto 133 giorni fa Mantova-Albinoleffe era stata la gara dell’incubo, con una retrocessione in D che sembrava impossibile ed invece si materializzò sul terreno del Martelli davanti a 5000 tifosi allibiti e sconcertati. Domani va in onda la stessa partita ma in uno scenario del tutto diverso: ora la gente sogna ad occhi aperti, per la partenza lanciata in campionato, qualcosa che per ora è difficile da pensare ed anche da pronunciare. Di mezzo c’è sempre l’Albinoleffe che non si giocherà la salvezza come lo scorso 13 maggio ma non ci sta a recitare il ruolo della vittima sacrificale. «Non è una partita normale – ammette mister Davide Possanzini – perché certe date non si dimenticano. La storia è scritta ed i tifosi quel giorno soffrirono molto. Parallelamente però fu anche uno spartiacque per questa società, dandole la possibilità, a seguito della riammissione in C, di ricostruire qualcosa dalle fondamenta. Il Mantova non deve cercare rivincite, rischiando di farsi soffocare e caricare la sfida di eccessive tensioni. Credo sia una gara che ha delle motivazioni intrinseche ulteriori. Noi dobbiamo pensare solo a fare le nostre cose per bene, se poi regalassimo ai tifosi un pomeriggio diverso da quattro mesi fa non sarebbe male».

Altro campionato, altra storia, altro mondo o quasi. Domani arriva un Albinoleffe caricato dalla vittoria di mercoledì con la Pro Patria al cospetto della squadra biancorossa reduce da tre centri consecutivi: «Sarà una partita difficile ed equilibrata – prosegue Possanzini – come lo sono tutte in questa categoria. Sono organizzati, forti fisicamente e molto complicati da affrontare. Lo hanno dimostrato in settimana ma anche nelle occasioni precedenti anche se i risultati non gli avevano dato ragione. Ma noi arriviamo giusti e pronti, anche alla luce della rotazione che abbiamo effettuato a Gorgonzola».

Successo che ha proiettato il Mantova in vetta ma detto anche altre cose secondo il tecnico: «Con la Giana è stato l’emblema di quello che rappresenta la serie C – sottolinea – dove al minuto zero di ogni impegno i valori si appiattiscono. Si può vincere o perdere con tutte. Sono bastate due giocate sbagliate da parte nostra, nel contesto di una partita in totale controllo, per consentire ai nostri avversari di andare vicino al gol. Poi siamo stati bravi a ricompattarci, a mantenere la pazienza giusta ed a riprendere in mano la gara per chiuderla nel finale. Ogni momento è buono per fare gol”. Ribadendo il concetto che il primato fa piacere però non deve trarre in inganno: “Sono contento di quanto stanno facendo i ragazzi e di sicuro i risultati aiutano a lavorare meglio e ci danno convinzione. Tuttavia in mezzo ad un milione di cose positive ce ne sono tante ancora migliorare. Soprattutto nella gestione complessiva dei momenti che alla fine fanno la differenza».

Nella sua lettura psicologica Possanzini allontana il concetto di Mantova apparentemente lezioso in qualche frangente: «Forse diamo questa impressione – conclude – ma mi prendo la responsabilità a nome dei giocatori di dire che non è…