Nei primi cinque mesi calano gli infortuni, ma ci si ammala di più
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Calano gli infortuni sul lavoro nella provincia di Mantova, ma in termini percentuali la diminuzione è inferiore sia al dato regionale sia a quello nazionale. L’elaborazione è dell’Ufficio studi della Cisl, su dati Inail. L’ultima rilevazione disponibile è relativa al mese di maggio 2023: 442 il numero degli infortuni, 43 in meno rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (-8,9%). Ampliando il confronto al blocco dei primi cinque mesi, anno su anno la diminuzione è del 18,1% (2.139 contro 2.612). «Se questo calo degli infortuni è un segnale positivo, resta il fatto che la media provinciale è comunque inferiore a quella regionale, che fa segnare un calo del 24,4%, e a quella nazionale, con il 24,1%» osserva la Cisl.
Nel dettaglio, il decremento più robusto (-32%) si registra nel settore dei servizi. Il motivo? Sanità e assistenza sociale sono meno colpiti dai contagi da Covid. A seguire l’agricoltura (-8%), l’industria (-6%) e l’artigianato (-3%). Diminuiscono anche gli infortuni mortali – da sei a due – ma, incalza la Cisl, «non è accettabile che si muoia ancora di lavoro nel Mantovano». In tal senso sconcerta il dato regionale, che vede gli infortuni mortali aumentare del 16,1%, mentre a livello nazionale si osserva una calo dell’1,6%. In compenso, nei primi cinque mesi del 2023 nel Mantovano sono cresciute le malattie professionali (75 contro le 66 dello stesso periodo del 2022, pari al +13,6%), e ci va pure meglio rispetto al trend regionale (+23,4%) e a quello nazionale (+22,5%).
«Se gli infortuni sono in calo, il dramma dei morti sul lavoro non è debellato e si riscontra una crescita delle malattie professionali – sintetizza il segretario generale della Cisl Asse del Po, Dino Perboni – è del tutto evidente che sul fronte della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro la situazione è tutt’altro che rassicurante». Che fare, quindi? «È necessario rafforzare il personale di Ats e Ispettorato del lavoro, in modo da avere più ispettori dedicato ai controlli e la certezza delle sanzioni per chi non rispetta la legge – sollecita Perboni – vanno premiate le aziende che mettono la salute e la sicurezza al centro della propria organizzazione del lavoro, introducendo magari una patente che riconosca questo merito, e vanno inasprite le pene per le aziende fuorilegge, da escludere in modo perpetuo dal sistema degli appalti». Il tutto accompagnato da una capillare campagna d’informazione, dalla prevenzione e dalla formazione, a partire dalle scuole superiori.
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