Distretto calza, crollo occupati, ma oltre confine rimane leader

Gli anni d’oro del distretto della calza si sono smagliati: in dieci anni l’occupazione ha subito un taglio del 42% e le imprese hanno subito un calo del 37%. L’area di produzione, quindici comuni nell’Alto Mantovano, detiene però il primato della qualità del made in Italy e delle vendite nel mondo. A Castel Goffredo, dove ieri si è svolto il convegno del Centro servizi calza, si analizzano i numeri e si guarda al domani. I numeri sono quelli della ricerca commissionata all’Università di Brescia sugli ultimi dieci anni. Il distretto che verrà, il titolo del convegno, guarda al domani e indica le strategie da mettere a punto per mantenere viva la bandiera di Mantova capitale della calza, messa a dura prova nel tempo da troppi fattori.

Castel Goffredo è capofila del Patto per il tessile, nato nel maggio 2021 tra tutte le componenti del distretto (aziende, associazioni di categoria, sindacati e comuni) che ha dato il via alla ricerca. Dai dati, presentati dal professor Claudio Teodori, emerge che nel 2021, nei venticinque comuni presi in considerazione (sedici mantovani e nove bresciani), gli addetti erano 6.013, le imprese 269, il fatturato aggregato 1.019.648.000 euro.

Il fatturato perso nel decennio è stato di quasi un terzo (498 milioni di euro). Le aziende perse sono 162. Gli addetti sono passati da 10.490 del 2011 a 6.013 dell’anno scorso. Anche l’export italiano ha un segno negativo: ammonta a quasi 170 milioni il fatturato perso nel decennio nel settore della calzetteria femminile, perdita quasi interamente imputabile ai collant leggeri (cambiamenti climatici e moda delle gambe nude docet). Dal Centro servizi calza il presidente Massimo Bensi guarda al ruolo strategico della formazione, chiede di aprire le porte delle aziende alle scuole: «Da imprenditore dico che dobbiamo far conoscere ai futuri lavoratori quanta tecnologia c’è nelle nostre fabbriche e quanto si può fare per mantenere il livello d’eccellenza che ci è riconosciuto».

Il potenziamento dell’export è la chiave del futuro per Alessandro Gallesi di Adici (Associazione distretto calza e intimo): «Servono progetti condivisi per raggiungere mercati fuori dai confini europei ed esplorare nuovi canali di vendita. La piccola dimensione di molte nostre aziende rischia di limitare la possibilità di adeguati investimenti». Con 4.447 addetti persi nel decennio (il crollo nel 2017), l’occupazione è al centro delle preoccupazioni del sindacato: «I dati ci consegnano un’istantanea di un distretto che esce arrancando dopo i numeri da tsunami occupazionale degli ultimi dieci anni, anche se negli ultimi tre la perdita è più ridotta, sui cento posti annui – commenta Michele Orezzi di Filctem Cgil – un distretto cambiato dal periodo Covid in un mercato internazionale anch’esso mutato.

Fondamentali sono stati gli interventi del governo Conte II, non lo stesso possiamo dire di quelli del Governo Draghi sulla questione rincari energetici che rischiano di incidere negativamente nella vita aziendale: attendiamo risposte su questi temi dall’attuale esecutivo. Sottolineiamo due aspetti. La certificazione della filiera del prodotto made in Italy a…