Coronavirus, con antivirali in Italia 5mila ricoveri e 1000 decessi in meno
[ad_1]
Coronavirus, con antivirali in Italia 5mila ricoveri e 1000 decessi in meno
- Dettagli
- Pubblicato 13 Novembre 2022
ROMA, 13 nov. – Lo scorso anno, in Italia, grazie all’impiego degli antivirali, in 20 settimane sono diminuiti gli accessi in ospedale, i ricoveri in terapie intensiva e i decessi.
Lo conferma l’aggiornamento dello studio previsionale promosso da un team di economisti sanitari relativo all’impatto di una terapia antivirale (remdesivir) su costi sanitari e capacity delle terapie intensive, i cui dati sono stati illustrati recentemente durante il 43esimo congresso della Società italiana di farmacia ospedaliera (Sifo) a Bologna.
“Lo scorso anno – spiega Alessandro Signorini, direttore Health Economics Evaluation (Hee) Research Unit della Saint Camillus International University of Health and Medical Sciences, che ha coordinato lo studio – abbiamo condotto un’analisi di farmaco-economia sulla riduzione degli accessi in terapia intensiva e dei decessi legati all’impiego di remdesivir. Oggi presentiamo l’aggiornamento delle stime fino a settembre 2022. Questo secondo modello, inoltre, include anche i pazienti ad alto rischio di progressione a malattia severa, che ora possono essere trattati con il farmaco antivirale. I risultati indicano una riduzione di 5mila ospedalizzazioni, di 1.500 accessi in terapia intensiva e di 1.000 decessi, con un risparmio per il Ssn di 51 milioni di euro in un periodo di 20 settimane”.
Il messaggio principale, secondo Signorini, è che “al di là dei risparmi e dell’outcome clinico, bisogna considerare il rapporto costo-opportunità: ridurre le ospedalizzazioni per Covid-19 significa evitare che vengano realizzati percorsi specifici e far risparmiare ulteriori risorse legate alla gestione delle strutture, oltre che migliorare la sicurezza e la salute della popolazione”.
E le esperienze maturate in due anni di Covid in Emilia-Romagna sull’uso degli antivirali, in particolare di remdesivir, la prima terapia al mondo ad essere stata autorizzata per il trattamento di Covid-19, sono state al centro del simposio “Covid-19: il profilo del paziente a due anni dall’inizio della pandemia e il ruolo di remdesivir nel percorso di cura” svoltosi nell’ambito dell’ultimo congresso nazionale Sifo. “Essendo un farmaco che blocca la replicazione del virus – sottolinea Michele Bartoletti, Humanitas University Unità operativa di malattie infettive Humanitas Research Hospital di Milano – se somministrato molto precocemente riesce a dare il meglio di sé, riesce a ridurre il tasso di ospedalizzazione e morte per la malattia soprattutto nelle persone che hanno un rischio concreto di sviluppare delle complicanze e delle conseguenze per l’infezione“.
Un focus è stato dedicato alle popolazioni che non sviluppano una buona risposta anticorpale. “In questa popolazione – continua Bartoletti – bisogna essere molto più attenti, molto più aggressivi nel trattamento perché le conseguenze della malattia possono essere molto simili a quelle che vedevamo all’inizio della pandemia, con gravi casi di polmonite e quindi ospedalizzazione e a volte anche purtroppo…
[ad_2]
Read More: Coronavirus, con antivirali in Italia 5mila ricoveri e 1000 decessi in meno