Volontariato in crisi nel Mantovano: «Pronti a lanciare azioni di sostegno al

Provincia e Comuni incontrano oltre quaranta associazioni. I problemi delle onlus:costi di gestione delle auto troppo alti e pochi operatori. Bottani e Caprini: «Non lasceremo morire questo servizio»

MANTOVA. «Non possiamo permettere che un servizio come il trasporto protetto per anziani e disabili cessi di esistere. Gli enti locali interverranno per aiutare le associazioni di volontariato a superare le difficoltà». Il presidente della Provincia, Carlo Bottani (che è anche sindaco di Curtatone) esce da quelli che lui stesso aveva definito pochi mesi fa gli Stati generali del volontariato con almeno una consapevolezza: le onlus che si occupano di accompagnare in auto o in furgoncino anziani soli e persone con gravi fragilità alle visite mediche e agli esami clinici in ospedali vicini e lontani non si arrendono alle difficoltà. Ieri mattina, nella sala consiliare del municipio di Curtatone (a Montanara), erano presenti 42 associazioni di volontariato operativa in città e in tutta la provincia. Con loro anche i rappresentanti di 14 amministrazioni comunali, il presidente del Csv (Centro servizi volontariato) Francesco Morosini e la responsabile organizzazione scolastica e politiche sociali dell’amministrazione provinciale, Sabrina Magnani.

I problemi che devono fronteggiare le associazioni che si occupano di trasporto protetto sono l’impennata dei costi di gestione (a partire dalla manutenzione dei mezzi e le assicurazioni) e il forte calo di volontari nel ruolo di autisti. Due questioni che, per la verità, hanno iniziato a porsi già prima dell’era Covid, ma che la pandemia ha aggravato sensibilmente. Tanto da aver ridotto (o in qualche caso azzerato) le attività di molte associazioni già dalla scorsa estate.

«Con la Provincia abbiamo concordato che l’ambito su cui possiamo intervenire è quella dei piani di zona, vale a dire i sei ambiti sociosanitari in cui è suddiviso il nostro territorio – informa l’assessore al welfare del Comune capoluogo, Andrea Caprini – perché solo così potremo coordinare le attività e i servizi di trasporto protetto delle associazioni evitando che in alcune aree ci sia abbondanza di offerta e in altre sia a livelli insufficienti. Non sarà semplice, ma solo ragionando in termini intercomunali si può in qualche modo compensare le difficoltà incontrate dalle associazioni. Per quanto riguarda gli aiuti concreti in termini economici dovremo trovare sistemi adeguati per gli enti comunali. La nostra amministrazione, ad esempio, ha dato un contributo per l’affitto alle associazioni nei primi due anni di Covid. E non abbiamo fatto pagare il canone alle onlus ospitate in sedi comunali. Ma è ovvio che serve un piano complessivo di zona».

Magnani e Morosini hanno osservato come il ricambio generazionale nel settore trasporto sia arduo: «I giovani preferiscono altri temi, come l’ ambiente».